Salute. Il nuoto non cura il mal di schiena

CASERTA – Il mal di schiena è una delle patologie più diffuse al mondo. Colpisce la maggior parte delle persone almeno una volta nella vita. Più comunemente conosciuto come LPB (Low Back Pain), può arrivare a essere una delle problematiche più invalidanti che esistano. Secondo i dati SIMG (Elaborazione da Steffers et al. Arthritis Care and Research del marzo 2015 – ndr) la quota di popolazione che soffre mal di schiena almeno una vita nella vita è pari all’80%. La percentuale di assenze dal lavoro a causa di episodi di mal di schiena è pari al 12-13%.

Il nuoto è il primo sport che viene in mente quando si parla di mal di schiena. Ma è davvero utile? Ne abbiamo discusso con il Dott. Enzo Iodice, Fisioterapia e specializzato in Posturologia, Rieducazione posturale e Terapia Manuale Osteopatica e Fisioterapia Sportiva.

E’ corretto prescrivere la pratica del nuoto come cura al mal di schiena?

«Purtroppo questo è un falso mito. Da sempre l’ortopedico o il medico di base, che per il paziente rappresentano il primo consulto concomitante alla comparsa delle avvisaglie dolorose, prescrivono il nuoto reputandolo una cura, oltre al classico analgesico, antinfiammatorio e decontratturante. Lavoro nello sport da 15 anni e purtroppo lo sport, in principal modo quello svolto in modo agonistico, esaspera il corpo in maniera eccessiva, portandolo al limite delle sue possibilità e rendendolo vulnerabile a problematiche traumatiche e adattative. Il mal di schiena è di certo una delle patologie maggiormente sofferte dagli sportivi, è la fogna in cui si riversano le problematiche dell’organismo e le ragioni sono spesso dei sovrallenamenti di aree del corpo che nascono per sopportare carichi decisamente minori.»

Perché?

«Le ragioni sono di natura adattativo/posturale. Da Posturologo e Rieducatore Posturale ho sempre reputato il mal di schiena, quello adattativo e non quello traumatico, come il risultato di squilibri posturali di natura ascendente, cioè dai piedi in su; discendente, dal cranio in giù; o mista, per entrambi i casi, che determinano veri e propri squilibri delle catene cinetiche muscolari degli atleti, che scaricano solo successivamente sul tratto lombare, causando “paramorfismi” e talvolta veri e propri “dismorfismi” con la comparsa di lombalgie. Le cause primarie possono essere anche il risultato di disfunzioni agli occhi, alla bocca, persino alla pelle, la stessa alimentazione incide in caso di problematiche viscerali, e addirittura la psiche. Tornando al nuoto, esso, come tutti gli altri sport, sovraccarica sia la catena cinetica posturale posteriore che i muscoli intrarotatori che in posturologia sono reputati tra i primi co-responsabili degli squilibri e disfunzioni posturali.»

Soluzioni e cure?

«La soluzione non è assolutamente di impedire lo sport, ma piuttosto di non considerarlo come una cura. Di certo una visita con valutazione posturale, con un programma personalizzato con trattamento “one to one” di rieducazione posturale globale, possono sia prevenire che curare questi malanni. Non invento nulla dicendo che “Prevenire è meglio che curare”.»

Clemente Cipresso

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