Ritrovata sonda “Beagle 2” su Marte

GRAN BRETAGNA – La sonda Beagle 2, lanciata dall’ESA, Agenzia Spaziale Europa, il 2 giugno 2003, le cui tracce erano state perse poco prima dell’atterraggio, è stata ritrovata dalla Mars Reconaissance Orbiter della Nasa, una sonda spaziale lanciata nel 2005, anch’essa progettata per esplorare il Pianeta rosso. Il sito della BBC riporta oggi infatti l’annuncio dell’agenzia spaziale inglese del ritrovamento del lander, avvenuto grazie a una sonda della Nasa dotata di telecamera interna ad altissima definizione, che ha trasmesso immagini molto nitide attraverso le quali è stato possibile individuare i resti di Beagle 2 sulla superficie di Marte.

Inviata nello spazio quasi 12 anni fa da scienziati inglesi, guidati dal professore Colin Pillinger, Beagle 2 aveva lo scopo di ricercare tracce di vita, di raccogliere informazioni sul clima, sul meteo, sulla conformazione geologica, geochimica, mineralogica e di rilevare tutte le caratteristiche dell’atmosfera di Marte. Poco prima dell’atterraggio, che avvenne il 25 dicembre 2003, si perse ogni traccia della sonda e ciò comportò il fallimento del progetto.

Gli scienziati ragionarono su tre ipotesi: la disintegrazione della sonda precedente all’atterraggio; un impatto troppo forte con la superficie del Pianeta; o l’incenerimento causato dal contatto con l’atmosfera marziana. Le immagini della sonda della Nasa però portano a escludere queste teorie, dato che Beagle 2 risulta intatto. Dunque il problema che ha impedito a Beagle 2 di portare a termine la sua missione è stato, molto probabilmente, un errore di progettazione, secondo l’Agenzia Spaziale britannica. Il lander infatti era stato costruito per dispiegare dei ‘petali’ su cui erano montati dei pannelli solari, che avrebbero dovuto fornirgli l’energia necessaria per sopravvivere 180 giorni, ma nell’immagine scattata dalla sonda della Nasa non sono aperti. Quindi, atterrata correttamente, ma senza energia, la sonda non ha avuto alcuna possibilità di funzionare e trasmettere i segnali contenenti i dati da inviare sulla Terra.

Per alcuni scienziati si è trattato di sfortuna, di un rimbalzo che ha deformato la struttura o di un’airbag forato che ha impedito l’apertura del meccanismo dei ‘petali’. L’ESA al riguardo, all’epoca incaricò una commissione d’inchiesta per accertare le cause del fallimento, individuate poi in un investimento troppo esiguo per una spedizione di tale importanza, ammontava a 60 milioni di euro circa, e appunto l’inadeguatezza dei test di alcune componenti.

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Sfortunatamente la sonda Beagle 2 non può essere riparata via remoto, e sembra alquanto difficile rimuoverla dalla posizione in cui si trova, quindi, per ora resterà su Marte inattiva, senza poter essere d’aiuto in nessun modo per le importanti ricerche sul Pianeta rosso.

By Ilaria Nebulosi

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