Napoli. Report dall’incontro “SOS Umanità: Affermiamo Accoglienza”

NAPOLI – Giovedì 21 giugno ha avuto luogo, presso il MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, l’evento “SOS Umanità: Affermiamo Accoglienza”, organizzato dall’associazione antirazzista interetnica 3 febbraio; un incontro per riflettere sulle prospettive dell’accoglienza umana insieme a cittadini, attivisti, associazioni, profughi e immigrati.

Un pubblico gremito, circa 150 persone di quattro continenti diversi, ha assistito e preso parte all’assemblea organizzata per riflettere sull’accoglienza, in occasione della giornata mondiale del rifugiato del 20 giugno; una risposta alle recenti vicende nazionali che hanno interessato la chiusura dei porti e la nave carica di migranti Aquarius.

Un incontro tra le diverse associazioni che operano a favore dell’accoglienza, un appello affinché i cittadini, sensibili al tema, si uniscano per sviluppare un’alternativa umana positiva contrapposta all’allarme umanità, secondo i presenti sempre più alla deriva, diffidente, chiusa, che tende a costruire muri e recinti.

Dopo i saluti iniziali, il direttore del MANN, il dott. Paolo Giulierini ha innanzitutto ricordato ai presenti di quanto, dal punto di vista storico, i popoli abbiano beneficiato della reciproca accettazione in termini di  ricchezza culturale; successivamente, il direttore ha spiegato che la nostra civiltà, unica, si fonda sull’unione e la commistione di culture diverse, citando i Micenei, i Fenici, i Greci, gli Etruschi, gli Italici; e raccontando di Ulisse, l’eroe dell’Odissea, ha spiegato che nei suoi confronti tutti si mostravano ospitali, salvo chi, sottraendosi, veniva considerato da Omero e dalla cultura greca alla stregua di un mostro, come Polifemo: “Tutti quelli non ospitali sono esseri mostruosi; noi non vogliamo esser mostruosi, vogliamo persone che possano venire qui per convivere pacificamente.”.

Gianluca Petruzzo, responsabile nazionale dell’associazione antirazzista interetnica 3 febbraio ha lanciato ai presenti un invito all’unità di intenti e valori, un appello a impegnarsi, a manifestare e “rappresentare una controtendenza, anche se da minoritari nel Paese”; a schierarsi, sottolineando l’importanza della disponibilità umana e della bellezza della solidarietà; Petruzzo si è soffermato anche sulla spinta alla vita che muove interi popoli, una spinta verso cui “i muri, le schedature, i fili spinati non potranno niente, creeranno maggiori tragedie e morti, ma non fermeranno quest’umanità”.

Testimonianze fotografiche hanno accompagnato l’incontro, come quelle curate da Alessio Paduano, fotografo freelance, durante la sua esperienza a bordo della nave di salvataggio Sea-Watch, soffermatosi sulle torture cui sono sottoposti i profughi in Libia oltre che sulla diversità degli atteggiamenti cui egli stesso ha assistito in mare: “da un lato c’era chi salvava le vite umane, dall’altro c’era chi ostacolava i soccorsi portando alla morte tante persone. L’Italia ha degli accordi con la Libia che, in teoria, dovrebbero prevedere una cooperazione che in realtà non c’è”; e quella di Cesare Abbate, fotogiornalista dell’Ansa, che ha commentato e spiegato alcune foto selezionate, inerenti l’immigrazione e le lotte per la dignità umana.

Medici Senza Frontiere – Gruppo di Napoli, presente all’assemblea, attraverso la voce di un’attivista e un contributo video ha sottolineato la necessità di mettere al primo posto la vita delle persone, mentre Sara Meraviglia del Comitato Nazionale Radicali Italiani ha presentato la proposta “Welcoming Europe – Per un’Europa che accoglie”, un’iniziativa che punta, attraverso la raccolta  di un milione di firme in almeno 7 paesi membri, a decriminalizzare la solidarietà che, in alcuni Paesi, prevede multe o arresti; creare passaggi sicuri fornendo, tra le altre cose, assistenza a migranti sfruttati che temono di denunciare a causa della condizione di irregolarità; proteggere e tutelare i migranti vittime di sfruttamento lavorativo, abusi o violazioni di diritti umani che hanno difficoltà ad accedere alla giustizia.

Dalla Comune Umanista Socialista è arrivato invece l’invito ad assumersi la responsabilità di perseguire l’interesse comune costruendo un’umanità migliore e unita, opposta alla narrazione e al clima mediatico fondato sulla paura.

Spazio dunque agli interventi di alcuni immigrati che hanno innanzitutto ricordato l’Imperialismo subito nei Paesi di provenienza, i danni e le conseguenze che ciò che ha comportato; in secondo luogo si sono soffermati sulle difficoltà e le felicità provate nella ricerca di una vita migliore.

Pierluigi Umbriano, dell’associazione antirazzista interetnica 3 febbraio ha concluso l’incontro ponendo l’attenzione sull’umanità che si è sviluppata grazie alla migrazione, e sull’utilità rappresentata dall’unirsi per costruire ambiti in cui essere esempi di una vita alternativa e pacifica, opposta al prendersela con le vittime e gli ultimi arrivati: “costruire un filo unitario per aiutare a aiutare noi stessi. Conoscere meglio significa essere più sicuri.”.

Al termine del convegno i presenti hanno potuto assistere al concerto dell’Associazione Alessandro Scarlatti – Ente Morale, concerto dedicato all’accoglienza umana.

Abbiamo raggiunto infine Gianluca Petruzzo, responsabile nazionale dell’associazione antirazzista interetnica 3 febbraio, per rivolgergli le nostre domande.

Quali obiettivi persegue l’associazione?

«La nostra associazione si impegna da 20 anni per il diritto alla libera circolazione degli esseri umani, perché ogni essere umano deve avere il diritto di circolare liberamente; possono farlo le merci, perché non le persone? L’accoglienza, l’intercultura, l’integrazione sono aspetti che ci riguardano.»

Ci parli dell’iniziativa.

«Il senso del convegno è nel voler riflettere, in un momento particolarmente difficile in cui l’umanità, secondo noi, è messa a rischio. Visto che si nega l’umanità, il soccorso in mare, in questo momento c’è bisogno di maggiore accoglienza; ciò che si perde è l’umanità di entrambi: di chi arriva se non accolto, ma anche di chi è qui e dovrebbe accogliere. Ci troviamo al MANN che rappresenta un luogo d’incontro di differenti culture, nel tempo. Il segnale che vogliamo dare è questo: ogni popolo è meticcio, un incontro, un incrocio, talvolta anche uno scontro di tante altre etnie e popoli; in questo senso il razzismo non ha ragion d’essere, il razzismo marcia contro la storia. I flussi migratori sono fenomeni epocali di cambiamento e non possono essere risolti con un muro e il filo spinato.»

Cosa può dirci del fenomeno migrazione?

«In Italia arrivano ogni anno circa 150.000 persone dal mare, ne arrivano molte di più via terra in Germania, in Svezia, in Inghilterra o in Francia; dire che l’Italia è la sola ad accogliere è una falsità. In Italia nascono meno persone di quante ne muoiono; c’è un saldo negativo di 150.000 persone; il cosiddetto “posto” c’è, le opportunità di vita ci sono, perché accanirsi contro la povera gente? È una propaganda menzognera. I problemi ci sono, come in ogni condizione umana; nello spostamento di milioni di persone, ci sono anche quelle negative. Tutto questo non deve portarci a un conflitto e una guerra permanente. Se c’è un problema, lo affrontiamo.»

Accoglienza. A volte si parla di interessi. Cosa può dirci?

«È vero, c’è una fetta di cosiddetta accoglienza che è un malaffare e speculazione. Purtroppo anche alcune sedicenti associazioni di volontariato lucrano. Però bisogna prendersela con chi lucra. Noi abbiamo denunciato le associazioni che lucrano, ci teniamo al buon nome delle associazioni e ci teniamo a far sì che chi sbaglia poi paghi.»

Dario Quattromani

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