Napoli. Mercoledì 29 novembre l’incontro “Venezuela toda in difesa della Guayana Esequiba”, presso il Consolato Generale del Venezuela

NAPOLI – Mercoledì 29 novembre alle ore 15.00, a Napoli presso la sede del Consolato Generale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, in Via Agostino Depretis 102, si terrà l’incontro intitolato “Venezuela toda in difesa della Guayana Esequiba”, per informare circa il referendum consultivo del 3 dicembre, attraverso cui il popolo venezuelano tenterà di riaffermare il proprio diritto storico sull’Essequibo Guayana, un territorio di 160.000 chilometri quadrati a ovest del fiume Essequibo, sottratto al Venezuela dal Regno Unito nel 1899, attraverso una sentenza arbitrale di Parigi.

Per più di un secolo il Venezuela ha denunciato il Lodo di Parigi, e nel 1966 le parti hanno firmato l’Accordo di Ginevra, l’unico mezzo legale in vigore per risolvere la controversia. La patria bolivariana è rimasta rispettosa dell’accordo e ha aderito alla diplomazia della pace. Al contrario, la Guayana, in alleanza con il Comando Sud degli Stati Uniti e la compagnia petrolifera Exxon Mobil, dal 2015 ha intrapreso azioni per minacciare il Venezuela ed estrarre illegalmente greggio in acque non delimitate, aumentando il tono ostile fino a tentare di far degenerare il conflitto a livello militare.

La Guayana Essequibo fa parte del territorio venezuelano dal 1777, quando il Regno di Spagna delimitò i confini della Capitaneria Generale del Venezuela, ed è parte del territorio per cui il Venezuela ha combattuto dopo la dichiarazione di indipendenza del 1811.

L’articolo 10 della Costituzione venezuelana stabilisce che “il territorio e gli altri spazi geografici della Repubblica sono quelli che corrispondevano alla Capitaneria Generale del Venezuela prima della trasformazione politica iniziata il 19 aprile 1810, con le modifiche derivanti dai trattati e dalle sentenze arbitrali non viziate da nullità” e, dopo l’indipendenza, il Regno Unito, che stava colonizzando la Guyana britannica, riconobbe i confini originali della nascente Repubblica venezuelana. Tuttavia, nel 1840, Londra intraprese un percorso di illegalità e iniziò a tracciare confini errati a ovest del fiume Essequibo, con il chiaro intento di sottrarre la Guayana Essequibo al Venezuela, che in conseguenza ruppe le relazioni con il Regno Unito e si rivolse agli Stati Uniti per i suoi ‘buoni uffici’. Ma al contrario, gli Stati Uniti cospirarono con il Regno Unito e la Russia zarista per realizzare l’esproprio attraverso il fraudolento Lodo Arbitrale di Parigi del 1899. Da allora, il Venezuela ha sostenuto con varie prove che il lodo arbitrale di Parigi fu concordato con falsi pretesti. Per illustrare questo punto esistono documenti ufficiali e un’ampia bibliografia di autori di varie generazioni, appartenenti a diversi schieramenti politici, che hanno analizzato la questione dal punto di vista storico, politico, giuridico, della sicurezza nazionale e di altri settori.

Per decenni, entrambe le parti hanno rispettato l’Accordo di Ginevra. Il comandante Chávez, dal 1999, ha inaugurato una fase di diplomazia attiva, di pace, per cercare effettivamente una soluzione nel quadro dell’Accordo di Ginevra, e sono stati compiuti intensi progressi nella ricerca di tale soluzione in molteplici fasi, tuttavia, nel 2015, nel mezzo di una brutale aggressione contro il Venezuela da parte di Washington, la Guaina ha iniziato a concedere licenze illegali alla Exxon Mobil per l’esplorazione di greggio in acque non delimitate, violando tutte le regole del diritto internazionale e in particolare violando l’Accordo di Ginevra. Il Venezuela ha però rifiutato il rilascio di concessioni in acque non delimitate e ha insistito nel cercare una soluzione in base all’Accordo di Ginevra del 1966. Tuttavia, la Guyana ha ignorato la questione, e nel 2018 ha unilateralmente portato il caso alla Corte internazionale di giustizia (CIG), una giurisdizione che il Venezuela non riconosce per risolvere la controversia.

Il Referendum, previsto dall’articolo 71 della Costituzione venezuelana, prevede questa forma di partecipazione politica per questioni di speciale importanza nazionale, dunque, in conformità con la norma, l’Assemblea Nazionale ha richiesto un referendum e Jorge Rodríguez, presidente del Parlamento, ha chiarito che la consultazione non riguarda la sovranità territoriale, ma “i meccanismi per realizzare la richiesta secondo le linee stabilite dall’accordo (di Ginevra): cercare una soluzione consensuale e negoziata con la Guyana, che tenga conto dei legittimi interessi del popolo venezuelano e che impedisca al Paese vicino di tentare di appropriarsi dell’area contesa, mettendo a gara le sue risorse e permettendo alle transnazionali straniere di tentare di appropriarsene, come è accaduto negli ultimi mesi”

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