Napoli. Le ciclostazioni di “Bike Sharing” ancora ferme e inattive

NAPOLI – Alla data del 18 marzo 2017, le ciclostazioni del progetto Bike Sharing Napoli, situate in diversi punti della città, risultano ancora spente e lasciate all’incuria. Il progetto di ricerca, intrapreso da Cleanap, è fermo dal 30 settembre del 2015 a causa dell’interruzione del cofinanziamento del MIUR, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, proprietario dei risultati del progetto.
Bike Sharing Napoli nasce dall’idea di ottimizzare la rete dei trasporti pubblici partenopei. Si tratta di un progetto di ricerca ambizioso, che ha provato a creare una rete di trasporto alternativo attraverso l’uso di biciclette da prelevare e consegnare presso 10 ciclostazioni installate sul territorio napoletano. Ai cittadini dunque è stato offerto un servizio pubblico, economico ed ecosostenibile, al passo con lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni, ed era inoltre possibile accedere a una serie di informazioni sul servizio mediante l’utilizzo di un’applicazione da smartphone e tablet.
Grazie al bando “Smart Cities and Communities and Social Innovation” del MIUR, cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per le Regioni Convergenza, l’iniziativa dell’associazione Cleanap ha preso corpo. L’utenza ha risposto positivamente al servizio: si parla di una cifra che si aggira intorno ai 50.000 utilizzi nell’arco di circa un anno di attività. Tuttavia l’efficacia del progetto e l’impegno dei ricercatori nel sostenerlo non sono bastati perché, terminato il cofinanziamento del MIUR, quest’ultimo non risponde alle ripetute richieste di prosecuzione di Bike Sharing. A sostenere la riattivazione del progetto c’è sia Cleanap, in quanto soggetto attuatore, che il Comune di Napoli, supportato dagli Assessorati alla Mobilità e all’Ambiente e da ANM.
Oggi, a circa un anno e mezzo dalla conclusione del progetto, le biciclette non ci sono più. Le dieci ciclostazioni sono rimaste ancorate al suolo, in attesa di una risposta persa nei meandri delle lungaggini burocratiche. La situazione si presenta particolarmente desolante, perché le stazioni restano esposte agli agenti atmosferici e ad atti vandalici, che le stanno deturpando e rendendo, di fatto, inutilizzabili. In una di queste, installata a Largo Berlinguer, di fianco alla fermata della stazione metropolitana di “Toledo”, a pochi passi dall’omonima strada commerciale di Napoli, sono evidenti i segni dell’incuria, e addirittura alcuni dei display digitali della stazione mostrano chiaramente infiltrazioni d’acqua, macchie da inchiostro e ammaccature.
Le strutture, né disintallate né riattivate, rischiano di diventare così il simbolo di un’occasione mancata per il territorio napoletano e per i giovani ricercatori che investono tempo ed energie nelle attività di riqualificazione della città.

Noemi Orabona

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