Napoli. Giornata della Tolleranza. “La Pagina in Comune” di Gianmarco Pisa

 

NAPOLI – Lunedì 16 novembre, in occasione della Giornata UNESCO della Tolleranza, si è tenuta a Napoli presso il complesso monumentale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, in Via Tribunali, la conferenza intitolata “I luoghi della Memoria e la Costruzione della Pace. Confronto sul valore della convivenza per la pace“. La conferenza ha visto la presentazione del libro “La Pagina in Comune” di Gianmarco Pisa, una ricerca-azione che racconta del lavoro svolto dai Corpi Civili di Pace in Kosovo.

In occasione della Giornata UNESCO della Tolleranza, presso la Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, si è tenuta la conferenza “I Luoghi della Memoria e la Costruzione della Pace”, organizzata dall’Osservatorio Permanente del Centro Storico di Napoli – Sito UNESCO, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Ricerca per la Pace; Associazione Memorie e Culture “Lidia Menapace”; Operatori di Pace Campania ONLUS; con il supporto della Opera Pia Purgatorio ad Arco ONLUS e della Casa Editrice “Ad Est dell’Equatore”. Numerosi gli intellettuali e diverse le Autorità che hanno preso parte alla discussione sui temi della tolleranza, della costruzione della pace e di una memoria condivisa. Tra questi Elena Coccia, Vicesindaco della città di Napoli e Presidente dell’Osservatorio Permanente per il Centro Storico di Napoli – Sito UNESCO; Arnaldo Maurino, Consigliere comunale e presidente Commissione scuola; Pino De Stasio, Consigliere municipale, nonché poeta; Lidia Menapace, Senatrice, staffetta partigiana, voce importante del femminismo italiano e docente, in nome della quale nasce l’associazione presentata proprio in questa sede per la prima volta; Rosanna Morabito, docente di lingua e letteratura serbo-croata; Edmond Çali, docente di lingua e letteratura albanese. Mai stata più attuale l’urgenza di discutere e chiarire le proprie posizioni in merito alla tolleranza verso la diversità, verso l’altro, come in questo preciso periodo della storia contemporanea e ancor più alla luce degli avvenimenti di stampo terroristico dei giorni passati. E proprio i riferimenti del tutto espliciti a tali avvenimenti non sono mancati negli interventi di quasi tutti gli invitati.

“LA MILITANZA DELL’ACCOGLIENZA” SI È DETTO ESSERE UNA SERIA EVENTUALITÀ IN CUI SI RISCHIA DI INCIAMPARE: LA PAURA DELLO STRANIERO È CIÒ CHE FA IL VERO GIOCO DEI TERRORISTI. Altro tema fondamentale, a questo collegato, è quello definito come la costruzione di “luoghi di memoria” e delle memorie e di una “pace positiva”, come ha spiegato Gianmarco Pisa rispondendo alle nostre domande circa il contenuto del suo libro “La Pagina in Comune”.

Gianmarco Pisa, perché “La Pagina in Comune” è definita una ricerca-azione?

«Si tratta di una ricerca azione perché puntiamo a sviluppare insieme sia l’attività concreta di ricostruzione del dialogo, dei tessuti di comunità nella situazione post guerra del Kosovo di oggi, sia perché da questa elaborazione in qualche modo recuperiamo una serie di spunti che possono comporre una vera e propria ricerca che, per quel che riguarda questi ultimi anni la situazione in Kosovo, abbiamo deciso di dedicare ai luoghi della memoria e giacimenti culturali, soprattutto quei luoghi simbolici per la vita comunitaria del Kosovo, e a due testi importanti, il Kanun e il Codice di Dusan serbo, dentro cui le comunità albanese e serba del Kosovo traggono motivo di ispirazione. Si tratta praticamente di spunti da cui traggono le dinamiche familiari e comunitarie»

Come è stato finanziato il progetto “La Pagina in Comune”?

«Il progetto nasce nel 2010/2011 con una nostra ricerca lì. Nel 2011 abbiamo avuto un finanziamento da parte del Comune di Napoli. E’ stato un evento importante, perché è stato il primo Comune, la prima città italiana che ha finanziato come città un progetto interamente dedicato alla costruzione di corpi civili di pace in zona di guerra. Gli ultimi due anni invece ci ha finanziato la Tavole Valdese con l’8×1000, con cui abbiamo fatto le ricerche»

In che senso intende accoglienza, coesione, “pace positiva”?

«Noi sviluppiamo come rete, dei Corpi Civili di Pace in particolare, questa metodologia di ricerca-azione avendo come categoria, come bussola di riferimento, quella non della pace semplicemente come mera coesione sociale o mera assenza della violenza, ma come pace positiva. Cioè come costruzione e condivisione di quei presupposti a partire dai quali si possa sviluppare un tessuto sociale più avanzato e più strutturato; in altre parole le condizioni positive in termini di giustizia, di relazione, di fiducia, di convivenza sulla base dei quali un discorso di pace possa poggiare e andare avanti»

Questo concetto è valido anche alla luce degli ultimi avvenimenti terroristici parigini? 

«Ovviamente questo discorso ha molto a che vedere con la giornata della tolleranza di oggi, ma anche con quello che sta accadendo nel mondo, di cui venerdì 13 novembre a Parigi è l’ultima clamorosa manifestazione. Cioè sostanzialmente in un mondo dominato da questa spirale perversa di guerra e terrorismo, dove la violenza domina non solo negli scenari più ampi, ma nella dinamica più minuta, nella relazioni più personali, è importante introdurre un discorso che vada contro tutto questo e che punti a inibire i presupposti della violenza: inibire i bacini della violenza può offrire un contributo. Non è risolutivo, ma può offrire un contributo nella direzione giusta.».

Camilla Esposito

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