Musica. SpaceTroopaZ in un debutto ‘spaziale’

MINTURNO – Giovedì 19 ottobre, presso lo studio di registrazione Somerset records, a Scauri, in provincia di Latina, abbiamo incontrato il gruppo emergente SpaceTroopaZ, che ha da pochi giorni pubblicato il suo primo Album dal titolo “Faraday”.

SpaceTroopaZ è un duo composto da Marco “Ento” Saraniero, grafica e Rap;  e Marco “Stress” Mancinelli, per le basi, registrazioni e il Rap. I due ragazzi, cresciuti nei piccoli paesini di Trivio e Scauri tra graffiti e freestyle, appassionati di Rap dall’età di 13 anni, ma oggi ne hanno rispettivamente 23 e 28, definiscono il loro progetto “spaziale”, opera indipendente realizzata con l’aiuto tecnico di Davide “Scalino”Cirelli, che ha curato il mix e le tracce; di Andrea “Oluwong” Esposito, che si è occupato del master; e di Fabrizio Forcina che si è occupato del montaggio video. L’album si avvale di diverse collaborazioni, tra cui quella con Dj Uncino, che ha realizzato gli scratch; e Dj Snatch; Alessandro “Maif” Celentano; e Thomas “hell bardo” Furnò.

Al riguardo abbiamo intervistato i due artisti.

Perché questo progetto è “spaziale”?

«Nei nostri testi citiamo spesso alieni e viaggi spaziali, ma non deve essere inteso come un voler evadere dall’umanità, anzi vogliamo proprio il contrario, cioè che l’umanità che stiamo perdendo ritorni, e se non è possibile trovarla sulla terra allora l’andremo a cercare anche su Marte. Viviamo in una società dell’apparire principalmente, un mondo dove senti di non poterti esprimere per come sei veramente, dove gli spazi fisici e quelli virtuali del web si fondono e l’accettazione di noi stessi non avviene nel confronto ma nell’individualismo».

Da quanto tempo vi conoscete?

«Io e Marco ci conosciamo da quando lui aveva tredici anni e organizzavano delle gare di freestyle, in piazza Mola a Formia. Io già facevo Rap. All’epoca eravamo troppo distanti musicalmente. Poi cinque anni fa aprii il mio primo piccolo studio di registrazione a Scauri e lui venne a registrare da me. Iniziammo a collaborare sempre più spesso fino a che, due anni fa, abbiamo deciso in maniera quasi naturale di fare qualcosa completamente insieme. Io avevo già qualche beat pronto, così abbiamo iniziato a scrivere i testi. Dopo circa un anno abbiamo terminato tutto il disco e in qualche mese abbiamo terminato anche la fase di mix e master. Per il mix siamo andati da Davide Scaleeno a Teano, che se ne intende sopratutto di hiphop; e poi a Napoli da Oluowng, un nome affermato nel panorama underground napoletano. Sono veramente fiero di aver fatto questo disco insieme a Marco, perché è una persona estremamente umile e determinata, è un rapper tecnicamente e contenutisticamente valido».

Solo musica nella vostra vita?

«No, per il momento. Marco Saraniero è un grafico e quindi si è anche occupato di tutta la parte visuale, i loghi e gli artwork; io invece (Marco Mancinelli – ndr) studio Architettura a Napoli. Ma oltre alla musica condividiamo anche un altra passione, quella dei graffiti. Sicuramente ci piacerebbe fare esclusivamente musica in futuro.»

Ve la sentite di dare un consiglio a chi desidera iniziare a fare Rap?

«Un consiglio? Essere originali, avere una propria identità e non avere paura di andare controtendenza e di scrivere tanto».

Emanuela Conte

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