Morosità affitto. Maglia nera al Sud

NAPOLI – L’indagine Adnkronos sulla morosità degli affitti in Italia fotografa una situazione drammatica: mediamente uno su due affitti non sono pagati e almeno uno su quattro condomini sono in ritardo con i pagamenti. L’indagine è stata condotta in collaborazione con le associazioni territoriali di inquilini e proprietari di case in affitto, secondo i quali la causa, oltre la forte contrazione del reddito che costringe al risparmio forzato le famiglie, è da identificare anche nel passaggio gravoso dalla tassa Imu alla Tasi.

Il deterioramento è molto evidente al Sud, dove a Napoli ben 4 su 10 proprietari di casa sono in debito con il proprio condominio, e dove in media più del 50% dei proprietari di case in affitto denuncia mensilità non pagate, in particolare emergenza le città di Napoli, Bari e Palermo, con punte superiori al 60%; ma le situazioni di insolvenza, pur giustificando la richiesta di sfratto, non vengono portate in tribunale per “scarsa fiducia nella giustizia”, dunque nel tentativo di giungere a una rinegoziazione: si arriva infatti alla richiesta giudiziaria di sfratto solo nel 15% dei casi. Nella Capitale invece il dato scende al 45%, mentre il Nord conferma la sua precisione nel pagamento delle scadenze: Milano sotto il 35%.

Nel 2013 gli sfratti sono stati 73.385, + 4,4% all’anno (Fonte ministero dell’Interno – ndr), dei quali ben l’89% per morosità. Le esecuzioni forzate sono state 129.575, + 2,15%. In aiuto di cittadini caduti in situazione di morosità involontaria, ossia generalmente affidabili e che per cause di forza maggiore si trovano temporaneamente in difficoltà, ci sono ben 20 milioni di euro del fondo di garanzia a copertura del rischio di morosità involontaria, ma solo nei Comuni ad alta “tensione abitativa” che hanno predisposto bandi per l’erogazione del contributo, che consente la sospensione temporanea del pagamento del canone di affitto. Da segnalare che nel 2014 è in atto il 30° stop agli sfratti, per fine locazione, dal 1978 (Anno introduzione legge equo canone – ndr), ma la misura è valida solo per gli “inquilini con reddito familiare annuo lordo complessivo al di sotto di 27.000 euro, che siano o abbiano nel proprio nucleo familiare persone di età superiore ai 65 anni, malati terminali, disabili con invalidità superiore al 66% e che non siano in possesso di altra abitazione nella regione di residenza”.

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