I “Frantumi di calma apparente” di Clemente Cipresso

NAPOLI – Non si placa lo scontro tra l’associazionismo e le Istituzioni campane sulla decurtazione delle risorse per l’assistenza a disabili e anziani, con ripercussioni immaginabili sulla qualità della vita degli assistiti e dei loro familiari. E come spesso capita, l’artista con la sua sensibilità avverte prima di tutti certi disagi e gli dà voce: è di questi giorni l’uscita dell’opera prima di Clemente Cipresso, “Frantumi di calma apparente”.

Sergio, il protagonista, lavora a Villa Serenità, una clinica per anziani, e intreccia le sue vicende personali con quelle dei degenti. “Frantumi” è un diario quotidiano, scritto in una prosa scorrevole e semplice. La trama è esilissima, ma l’introspezione psicologica è approfondita e mai banale. Sergio è un trentenne che, dopo una vita di studio e tirocini gratuiti, è approdato al mondo del lavoro, seppur precario. Grandi sono la sua umanità e disponibilità che migliorano la vita degli assistiti, ma le sue vicende intime e personali sono costellate di fallimenti, viltà quotidiane e aridità.

Clemente Cipresso, lei descrive la vita del centro anziani con grande sensibilità, ma senza fare riferimenti precisi. Quando parla di Villa Serenità ha qualche luogo in mente?

«Villa Serenità non è un luogo fisico, ogni riferimento geografico è stato volutamente omesso. Villa Serenità è uno spazio interiore, il ritratto di un mondo felice e ancora sano in apparenza, che stride irrimediabilmente con la quotidianità spesso fugace della malattia, della solitudine e della morte.»

Il suo protagonista ha un grande amore per gli anziani. Sembra di sentire il recente richiamo del Papa che ha invitato a dare loro più importanza. Perché gli anziani vengono messi da parte?

«Purtroppo siamo sempre più impegnati e abbiamo sempre meno tempo da dedicare agli altri. Gli anziani diventano così un peso, spesso un ostacolo insormontabile. Dovremmo imparare ad ascoltare, a invertire la tendenza. Come fa il protagonista Sergio, che attraverso il contatto quotidiano con gli ospiti della residenza riconosce la chiave per dare un senso al proprio vissuto.»

Sergio, seguendo un suo percorso di maturazione, approderà a un riscatto personale, a una costruzione di senso, ma sarà quasi un esito a sorpresa, con un forte retrogusto amaro.

By Riccardo Bruno

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