Editoria. Al via la nuova iniziativa culturale di “Lineascritta”

NAPOLI – Un centro benessere, che ha sede nel cuore del quartiere Vomero, ospita quest’anno un’importante iniziativa culturale che ha raggiunto il suo 24° anno di corsi, stage ed eventi a favore della scrittura. E’ il laboratorio di scrittura creativa “Lineascritta”, che ha già consentito, nel corso degli ultimi anni, a molti aspiranti autori e curiosi di affacciarsi nel mondo dell’editoria.

I corsi, che si svolgono da ottobre a luglio con cadenza settimanale e pomeridiano/serale, offrono un percorso completo di allenamento e costruzione delle storie. Si occupano delle metodologie di narrazione, con una speciale attenzione al racconto e al romanzo, ma ci si accosta anche alla scrittura cinematografica, televisiva, teatrale, editoriale e di opera lirica. Durante il laboratorio i partecipanti producono e discutono testi, incontrano autori e imparano a sviluppare metodi espressivi passando dalla scrittura personale alla narrazione. Al riguardo abbiamo rivolto le nostre domande ad Antonella Cilento, la direttrice del laboratorio “Lineascritta”.

Le prospettive degli autori campani?

«Da alcuni anni Napoli è una delle capitali della narrativa italiana quanto a mole di produzione: sono presenti in città diverse decine di narratori. Le ragioni sono molteplici: la reazione a un territorio in perenne difficoltà, in stato di guerra permanente, e la creatività come risposta all’oppressione economica. Chi inizia oggi a scrivere gode dei consueti problemi come l’iper rappresentazione di Napoli, la sua riduzione a olografia, spesso negativa, ma anche del vantaggio di potersi confrontare da vicino con maestri ed esempi che per la mia generazione erano invece distanti e in fuga.»

Lo stato dell’editoria in Campania?

«Difficoltoso, come e più che nel resto d’Italia. Mancano capitali e idee, progetti editoriali veri. L’editoria è un’impresa a grande rischio fallimento, questo però non significa che manchino piccole nuove realtà, alcune anche interessanti. Tuttavia chi desidera esordire seriamente deve ancora guardare a Milano, Torino o Roma.»

Perché scrittura creativa?

«Leggere e scrivere fa sempre parte del bisogno di storie che tutti da sempre avvertiamo: il termine “creativa” è un’impropria traduzione dall’inglese: si parla d’invenzione, di fiction, ma anche di scritture eccentriche dove la narrazione scopre vie alternative. In un buon corso s’impara innanzitutto una disciplina dello scrivere, l’allenamento, poi a leggere con maggior cura, spiando le abilità tecniche di chi ci ha preceduto. S’impara a costruire storie, ma anche a sentire la voce che si nasconde nelle nostre pagine, a cercare uno stile, a cercare rispondenza nel nostro mezzo espressivo. Insomma, un’educazione alla libertà, ma anche alla consapevolezza e al gioco, che prevede divertimento ma anche impegno, serietà e regole.»

Cosa chiede il mercato editoriale?

«Il mercato chiede cose che spesso non corrispondono ai diseducati bisogni dei lettori: l’appiattimento imposto dai media ci vorrebbe tutti lettori di storie prevedibili e senza stile, infatti abitiamo l’epoca dei noir light, dei fantasy senza vere inquietudini, dei romanzi della crisi dell’amore, del sesso senza trasgressione. L’editoria vuole solleticare i bisogni bassi senza estremismi, senza veri picchi, senza eccezioni. Ma naturalmente non è l’obiettivo di chi scrive preoccuparsi dei dubbi bisogni del mercato: la questione è invece apprendere seriamente un’arte e portarla fin dove la nostra personale ricerca è capace di andare.»

By Simona Gentile

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