Calcio e violenza. I feriti del ‘pallone’ di una domenica italiana

NAPOLI – E’ successo questa mattina, nei giardinetti di Via Acton della città partenopea. Una domenica come tante altre per alcuni ragazzini che stavano disputando una partitella di calcio, quando uno di loro, un dodicenne, è stato accoltellato da un suo coetaneo, probabilmente a causa di una banale lite. Il giovane, colpito al fianco, è stato subito portato al pronto soccorso dell’ospedale Loreto Mare, dove è stato medicato e poi dimesso con una prognosi di 15 giorni.

A Napoli il calcio è assai sentito, come del resto in tutto il Belpaese, soprattutto la domenica, quando migliaia di televisioni sono sintonizzate sui canali delle pay tv che trasmettono le partite del campionato italiano. I più piccoli seguono con particolare entusiasmo i propri beniamini, ne copiano il taglio dei capelli e le esultanze da utilizzare con i propri amici al campetto di calcio, mentre si affrettano a ultimare i loro album di figurine. Una domenica di calcio insomma, una domenica italiana: svago, agonismo e punto di incontro, ma anche violenza. Sì, perché il ragazzino napoletano non è l’unico ferito di oggi del ‘pallone’: 9 tifosi del Torino sono stati infatti colpiti dall’impatto di una bomba carta lanciata dal settore juventino durante il Derby della Mole, che si è giocato a partire dalle ore 15:00. Ma già prima dell’inizio del match aveva avuto luogo un assalto al pullman dei calciatori bianconeri.

Odio, discriminazione razziale e talvolta anche morte, come nel caso del tifoso partenopeo Ciro Esposito, prendono ormai sui titoli dei quotidiani sportivi il posto di notizie su goal spettacolari e vittorie storiche. La rivalità agonistica calcistica ormai si caratterizza con petardi, coltelli e proiettili. E intanto i piccoli tifosi attaccano le loro figurine, sperando che all’indomani il bullo della classe non sia tanto incavolato da strappargliele tutte, solo perché la sua squadra ha perso.

By Pietro Colacicco

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