Attivismo. Il corteo regionale “A difesa della nostra terra”

NAPOLI – Sabato 24 marzo alle ore 15:00, associazioni e comitati territoriali provenienti da diverse località campane si sono dati appuntamento a Piazza Mancini per partecipare al corteo “A difesa della nostra terra”, organizzato dal promotore “Stop Biocidio”, che ha raccolto circa 200 adesioni tra organizzazioni politiche, sindacali, ambientaliste, mediche e movimenti di disoccupati.

La manifestazione è partita da Piazza Mancini procedendo lungo Corso Umberto. In corteo le voci di oltre 5.000 partecipanti, tanti cittadini che hanno chiesto di essere ascoltati nelle Sedi istituzionali per porre l’attenzione della politica sulle esigenze primarie della popolazione: lavoro, ambiente e salute.

La correlazione tra qualità dell’ambiente e insorgenza di malattie è nota. Al riguardo, durante il corteo abbiamo fatto un pezzo di strada con il dott. Paolo Fierro, vicepresidente di Medicina Democratica, che ha affermato: «La pianificazione dell’assistenza sanitaria è indissolubile dall’analisi ambientale; i depositi nocivi nei nostri territori sono una fabbrica di malattie, un mix di sostanze che hanno fatto della Campania un laboratorio sperimentale di ricerca. I dati statistici nazionali confermano, rispetto ad altre regioni, una crescita esponenziale di malattie neoplastiche, degenerative, congenite; a volte i livelli di inquinamento sono tali che l’alterazione cellulare avviene già nell’utero della madre. All’Ospedale del Mare, dove lavoro, il nostro reparto è occupato per il 70% da casi oncologici, trent’anni fa tenevi un caso in tutto il reparto. Che ci vuole a togliere i depositi di amianto? A bonificare Bagnoli? La recente inchiesta di Fanpage ha mostrato il disinteresse politico nella gestione dei rifiuti, per loro è sufficiente risolvere il problema sulla carta, ma intanto è la salute dei cittadini a rimetterci». Anche il rapporto “MEv (i), Mortalità Evitabile (con intelligenza)” del 2018, relativo al triennio 2013-2015, afferma ciò, chiarendo che la Campania è la regione meno virtuosa nel contrastare le morti evitabili tramite prevenzione, e che Napoli è l’area italiana a maggiore insorgenza tumorale.

Durante il percorso del corteo abbiamo raccolto anche la testimonianza di Gianni, un attivista di “Officina 99” e dei Comitati di Napoli Est: «Siamo 5 comitati di quartiere di Napoli Est, ci opponiamo al progetto del Biodigestore anaerobico a S. Pietro a Patierno, programmato senza che sia avvenuta alcuna consultazione popolare. La IV e VI municipalità già in passato hanno accolto impianti di morte».

Parole analoghe espresse da Gennaro Piccirillo, attivista di Stop Biocidio: «Da anni ci battiamo contro le devastazioni ambientali. Le persone di questa terra sono stanche di essere considerate solo durante le passerelle elettorali, chiediamo di essere incluse nel processo decisionale. L’UE considera le discariche e gli inceneritori come soluzioni ultime da adottare, infatti la Campania paga multe salatissime per la gestione rifiuti».

Il corteo si è concluso davanti Palazzo Santa Lucia, sede della Giunta regionale della Campania, dove i manifestanti hanno provocatoriamente ‘restituito’ al Governatore De Luca alcuni sacchetti dell’immondizia lanciandoli davanti alla porta di ingresso dell’Ente, chiedendo infine le sue dimissioni.

Tullio Nese

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