Attivismo. Il 25° Anniversario della Rivoluzione Bolivariana

CARACAS – Il progetto storico e politico della Rivoluzione Bolivariana compie 25 anni. Dopo la vittoria di Hugo Chávez nelle elezioni del 6 dicembre 1998, il 2 febbraio 1999 è iniziata in Venezuela una fase di trasformazione con l’obiettivo di raggiungere l’uguaglianza sociale, l’inclusione e la riaffermazione dei diritti fondamentali del popolo venezuelano.

Il leader della Rivoluzione Bolivariana, Hugo Chávez, dalla sua nomina alla Presidenza della Repubblica il 2 febbraio 1999, ha gettato le basi della diplomazia bolivariana di Pace, scommettendo sulla propria voce indipendente nella geopolitica mondiale, nella consapevolezza che solo attraverso la giustizia e la costruzione di un mondo pluripolare è possibile raggiungere una pace duratura. Dalle radici di questo pensiero sono emersi alleati con visione strategica come Alba, Celac, Petrocaribe e Unasur. “Non abbiamo altra alternativa che l’unità per inserirci in questo mondo globalizzato e realizzare un vero progetto nazionale, latinoamericano, di sviluppo globale, per un mondo in equilibrio e in pace”, ha affermato il comandante.

Per costruire questo mondo di liberi e paritari è necessario spingere forte l’unione dei popoli e delle nazioni del mondo. Il salvataggio del protagonismo popolare nel pieno e autentico esercizio della democrazia è stato fin dall’inizio un obiettivo prioritario del progetto bolivariano. Dal momento in cui ha assunto la presidenza, Chávez ha promosso il progetto di Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela, che è stato approvato dal popolo nel referendum del 15 dicembre 1999.

Il recupero della sovranità nella gestione delle risorse del Paese ha permesso di realizzare piani e progetti volti a raggiungere gli obiettivi di giustizia e inclusione sociale che caratterizzano la Rivoluzione Bolivariana. L’enfasi sulle politiche mirate a beneficio della popolazione è evidente nel fatto che dal 1999, quasi tre terzi del bilancio nazionale sono destinati direttamente o indirettamente agli investimenti sociali.

Le missioni educative sono iniziate nel 2003 con la Missione Robinson, che è riuscita ad alfabetizzare il 100% della popolazione attraverso il metodo “Yes I Can”, con il quale più di tre milioni di persone hanno imparato a leggere e scrivere. Il processo bolivariano riconosce inoltre la casa come un diritto umano e, in meno di due decenni, la Rivoluzione Bolivariana ha triplicato il numero di case costruite durante i 40 anni della cosiddetta democrazia rappresentativa: dall’inizio della Missione Abitativa nel 2011, la costruzione di case per il popolo non si è mai fermata, nonostante le limitazioni imposte dalla guerra economica contro il Paese. Lo scorso dicembre infatti è stata raggiunta la cifra di 4.800.000 abitazioni consegnate e l’obiettivo è di raggiungere il traguardo di 5.000.000 nel breve periodo. Grazie a questa ferma vocazione a occuparsi di tutti i settori della popolazione – compresi i popoli nativi – la Rivoluzione Bolivariana offre oggi al mondo un esempio di resistenza e di volontà di superamento.

“Si tratta di accelerare i passi, con la massima fermezza possibile, verso la costituzione di un mondo multipolare legato dall’orizzontalità. Mondo multipolare legato dall’orizzontalità della sovranità dei popoli; dal rispetto reciproco e dalla corresponsabilità nel rispetto reciproco e dalla corresponsabilità nella protezione e nella produzione pacifica. Un mondo spogliato di tutti i fardelli bellici: un mondo di dignità (02.09.2009 – Hugo Chávez)”

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