Arte. L’eredità perduta di Alexander Iolas in una mostra: “Call for Iola’s house”

CATANIA – Dal 14 dicembre al 28 febbraio 2018, presso la Galleria del Credito Siciliano ad Acireale, cittadina dell’area metropolitana di Catania, culla del barocco siciliano e sede della riserva naturale della Timpa, si svolgerà “Call for Iola’s house”, esposizione dedicata al mecenate greco Alexander Iolas, uno dei personaggi più influenti della Pop Art, del Nouveau Realisme e delle Neoavanguardie. La mostra è organizzata dalla Fondazione Gruppo credito Valtellinese.

Alexander Iolas è nato ad Alessandria d’Egitto nel 1907 da genitori greci. Dalla forte personalità eccentrica, pianista, ex ballerino fu uno dei più importanti mecenati del ventesimo secolo. Cominciò a curare mostre per i surrealisti Max Ernst e Rene Magritte. Tra coloro che devono ringraziarlo per aver lanciato la propria opera ci sono Andy Warhol, Jean Tinguely, Ed Ruscha, Jannis Kounellis, Joseph Cornell, Yves Klein, Jules Olitski, Niki de Saint-Phalle, Novello Finotti, Vassilakis Takis e Victor Brauner. Ebbe gallerie e studi a Milano, New York, Parigi e Ginevra accumulando un’importantissima collezione.

All’entrata della mostra il visitatore è invitato a guardare un video che parla di lui, attraverso le testimonianze del biografo Nikos Stathoulis, di André Mourge, che fu suo compagno di vita, e di artisti come Marina Karella, Fausta Squatriti, Novello Finotti: le voci raccontano di un personaggio influente, lungimirante e dedito completamente al progresso e alla sperimentazione artistica attraverso la sua stravagante condotta. Uno dei suoi più straordinari investimenti fu la villa ad Agia Paraskevi, quartiere di Atene, costruita tra il 1951 e il 1972: un edificio di 1.300 metri quadrati costruito su una superficie di 7.000 metri quadrati. Con il contributo di architetti importanti e della consulenza degli artisti dell’epoca, Iolas guardava alla villa come a un tempio dedicato all’arte, che sarebbe divenuto luogo d’incontro, sperimentazione e scambio, una piazza, mercato e teatro della contemporaneità. Per un periodo fu proprio così: la villa ha ospitato infatti artisti, feste e incontri; è stata mausoleo dei marmi e delle forme dei più importanti scultori; atelier di artisti e terreno d’incontro della sperimentazione più riuscita. La Villa ospitava la collezione personale comprendente pezzi di Warhol, Ernst, Brauner, de Saint Phalle, Tinguely, Takis, Fontana, Finotti, Karella, De Chirico, Berrocal, Mattiacci e molte altre personalità delle avanguardie e delle Neoavanguardie, della Pop Art e del Nouveau Réalisme.

Morto di AIDS l’8 giugno del 1987, il mausoleo e tutta l’eredità divenne bottino di sciacalli. La sua morte ha compromesso tutto il patrimonio: gli eredi infatti vendettero la villa a un operatore immobiliare, ma ogni operazione di passaggio al piano di modifica della villa, ritenuta assieme al terreno sito del patrimonio culturale greco, seppur effettivamente riconosciuta solo nel 1998, fu bloccato dal Ministero della Cultura. L’immobilità dello Stato e il mancato intervento dei privati, perché potenzialmente destinata a uso pubblico per attività culturali, hanno fatto cadere la villa nella più totale trascuratezza.

Il suo patrimonio artistico avrebbe potuto costituire in questi anni uno dei centri nevralgici più influenti dell’arte contemporanea internazionale, ma ancora abbandonata all’incuria è vittima di deterioramento e vandalismo. Dunque una delle speranze dei curatori della mostra Stefania Briccola, Leo Guerra e Cristina Quadrio Curzio è di restituire alla cultura un personaggio finito nell’oblio, quindi sensibilizzare l’opinione pubblica per far riconoscere la villa ateniese come vero e proprio sito archeologico della contemporaneità.

La mostra, a ingresso gratuito, ospita anche una sezione dedicata alle video-testimonianze, che introduce al visitatore il personaggio e il suo ruolo influente nel sistema dell’arte. Iolas commissionò ad Andy Warhol l’opera “The Last Supper”, oggi in collezione Creval, ispirato dal capolavoro di Leonardo da Vinci, per questo motivo ne viene messa in mostra una delle sue numerose versioni, assieme a pezzi di Tinguely, Mattiacci, Ernst, Finotti e tanti altri ancora. Infine una sezione di press, foto, volantini, bozze e locandine di mostre e gallerie.

Emanuela Platania

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