Al Sisi: “Gli USA ci aiutino nella lotta al terrorismo”

NEW YORK – Il Presidente egiziano Abdel Fatah Al Sisi è stato intervistato dal giornalista della Fox News, Bret Baier, e ha rilasciato dichiarazioni esclusive sulla reazione egiziana agli attacchi dell’ISIS. Al Sisi ha richiesto una maggiore partecipazione e maggiore supporto da parte del governo statunitense, in quanto l’ISIS non è l’unica organizzazione terroristica contro la quale l’Egitto si è schierata. Un ventaglio di gruppi organizzati infatti minaccia la stabilità dei paesi del Medio Oriente.

Il Presidente egiziano si è mostrato preoccupato per l’espansione della rete terroristica che cresce e si estende a livello globale, minacciando la sicurezza non solo dell’Egitto, ma “del mondo intero” come dichiarato nell’intervista. Al Sisi ha inoltre aggiunto che “Non è solo l’ISIS a minacciare l’Iraq e la Siria, ma un gruppo di organizzazioni terroristiche simili che operano sotto lo stesso ‘ombrello’, con le stesse ideologie ma con nomi differenti”.

Il Presidente egiziano ha recentemente incontrato i sovrani dell’Arabia Saudita e della Giordania per discutere i termini di una coalizione, un’alleanza che permetta di combattere l’idea di un islam radicale. Tale incontro, a detta di Al Sisi, potrebbe risultare più efficace con la collaborazione degli Stati Uniti che, sostenendo queste forze arabe, concorrerebbero alla stabilità e alla sicurezza dei Paesi mediorientali. Il Presidente Egiziano ha inoltre dichiarato: “L’Egitto è parte integrante della coalizione internazionale contro il terrorismo e si assume la responsabilità di combattere il terrorismo in Sinai e garantire la sicurezza fino ai confini occidentali. L’Egitto combatte quotidianamente il terrorismo sul proprio suolo”.

Al Sisi ha richiesto quindi un aiuto militare agli Stati Uniti che, dopo la deposizione del Presidente islamista Mohammed Morsi, avevano allentato visibilmente i rapporti con l’Egitto. Una richiesta che può essere vista come un appello disperato da parte del Presidente egiziano che ha affermato: “Abbiamo un urgente bisogno di armi e attrezzature per far fronte alla minaccia terroristica. In questo particolare momento vorremmo sentirci appoggiati e sostenuti dagli Stati Uniti”.

Una sensazione che per ora gli egiziani non percepiscono, soprattutto dopo che gli Stati Uniti hanno sospeso l’invio di armi e attrezzature militari nel 2013: all’epoca infatti gli americani definirono la manovra militare di Al Sisi come un colpo di stato e ritirarono il proprio appoggio. Nell’intervista con Bret Baier, Al Sisi ha continuato a difendere la propria posizione, insistendo sull’incapacità della precedente Costituzione di tutelare il diritto dei cittadini egiziani di rimuovere un’autorità religiosa dal proprio incarico. Dall’allontanamento tra Egitto e Stati Uniti era nata una nuova relazione tra il governo russo e quello egiziano, consolidata attualmente da numerosi incontri tra i leader dei due paesi.

By Margherita Sarno

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