A Bologna 200mila persone hanno detto ‘no’ alla mafia

BOLOGNA – Si è tenuta oggi nel Capoluogo emiliano la manifestazione di Libera per la XX Giornata della memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Da anni un corteo qui non coinvolgeva così tante persone: contate circa 200mila tra cittadini, studenti, esponenti di associazioni, sindaci e parenti dei morti ammazzati dalla criminalità organizzata, che componevano la testa di un serpentone lungo 3 km.

La marcia ha avuto inizio alle ore 09:30 dallo Stadio Renato Dall’Ara e si è fermata in Piazza VIII Agosto, dove alcuni tesserati di Libera hanno iniziato a leggere tutti i nomi delle vittime della mafia, ma anche del terrorismo in generale: “Che ogni giorno sia il 21 marzo. Questa piazza chiede un salto di qualità alla politica”, ha affermato con fierezza, mista a commozione, Margherita Asta, prendendosi gli applausi degli astanti e in particolare dei familiari delle vittime che si è assunta la responsabilità di rappresentare.

Il silenzio è mafia“, si legge su un cartellone portato da alcuni ragazzi della Rete degli Studenti Medi, un silenzio generalizzato di cui in questa giornata di festa la città di Bologna ha scelto di non fare parte. Tra le innumerevoli bandiere di Libera, tante erano quelle dei ragazzi venuti dalla Sicilia, PugliaCalabria, ma anche dall’estremo nord della penisola.

Don Luigi Ciotti, fondatore dell’associazione nata il 25 marzo 1995, ha detto che è stata “una giornata per la coscienza”, e ha anche mandato un messaggio ai politici direttamente dal palco: “Cancellate il vitalizio a Deputati e Senatori condannati in via definitiva. Corruzione e mafia sono due facce della stessa medaglia, e qui sono migliaia di giovani a ribadirlo. Bisogna avere più coraggio nella lotta alla mafia e, se siamo qui, non è per commemorare, ma per graffiare dentro le coscienze di tutti”.

In Via dell’Indipendenza l’atmosfera è quella delle grandi occasioni. Sui volti della gente si legge uno sguardo di speranza non troppo convinto, almeno nei più anziani, che nonostante tutto non smettono di credere in un Paese più pulito. “Oggi deve essere un momento di svolta nella vita civile dell’Italia. Bologna è la capitale dell’antimafia, ma anche di un ‘no’ deciso alla criminalità organizzata e alla corruzione“, ha commentato infine il Sindaco Virginio Merola.

By Pietro Colacicco

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