Referendum abrogativo per la “Buona Scuola”, se Mattarella firma

NAPOLI – Mesi di trattative, emendamenti, e ora il Decreto sulla “Buona Scuola” è Legge: entrerà in vigore a partire dall’anno 2016. Ma in attesa dell’ultima parola, anzi della firma del Presidente della Repubblica sulla Legge, i docenti continuano a protestare e chiedono a Sergio Mattarella di non approvare una Legge che ritengono incostituzionale.

Alcuni insegnanti della Penisola hanno espresso alla nostra testata giornalistica il loro punto di vista su vantaggi e svantaggi che la riforma apporterebbe alla scuola: Maria Antonietta Talia, insegnante delle graduatorie a esaurimento della scuola primaria in provincia di  Milano; Annalisa Natale, insegnante di ruolo a Casal di Principe, in provincia di Caserta; e Orietta Guarino, docente di ruolo in una scuola primaria di Volla, in provincia di Napoli. A loro abbiamo rivolto le nostre domande.

Commenti sulla riforma?

M.T.: «Penso sia una riforma che mira a trasformare la scuola in un’azienda, creando un capo, il ‘super preside’; con dei sottoposti, cioè gli insegnanti, e realizzando quasi una trasposizione del libro di Orwell intitolato “1984”. Inoltre, non vi é una reale eliminazione del precariato o delle supplenze».

A.N.: «Credo che la riforma non migliorerà affatto la situazione della scuola in generale, ma la peggiorerà rendendola un’azienda privata».

O.G.: «Trovo che sia una riforma totalmente da fare a pezzi perché anticostituzionale, in quanto viola gli articoli 3, 33, 34, 76, e 97 della Costituzione».

Vantaggi concreti al mondo della scuola?

M.T.: «Solo il potenziamento dell’organico, che tuttavia se non venisse usato per le supplenze, impedirebbe un aumento dell’offerta formativa e il bonus di 500 euro per le attività formative».

A.N.: «Non credo ci siano vantaggi nel lasciare in strada tanti colleghi precari».

O.G: «Nessun vantaggio proviene da una riforma che nasconde manovre economiche dettate da banche, lobbies e multinazionali. Il referendum abrogativo che stiamo organizzando è l’unica strada».

In particolare quali punti non condividete?

M.T: «Non condivido i poteri dati ai presidi, la presenza di genitori e studenti nei comitati di valutazione e le deleghe in bianco».

A.N.: «Non condivido l’esclusione dalle assunzioni delle seconde fasce di istituto; la chiamata diretta che darà luogo a sfacciato clientelismo, dati i “superpoteri” dei presidi; gli albi territoriali che renderanno precario anche chi è di ruolo; la sparizione delle graduatorie che rappresentano uno strumento democratico, basato sul punteggio faticosamente acquisito in anni di lavoro e sacrifici».

O.G: «Non condivido una riforma che sovvenziona i privati; crea disuguaglianze;  non permette più libertà di insegnamento e introduce la figura di un preside ‘onnipotente’ ad assunzione diretta e triennale, favorendo così canali di clientelismo; darà il via alle classi ‘pollaio’; ma ci sarebbe tanto altro ancora.».

Quali modifiche apportereste?

M.T.: «Eliminerei i genitori e gli studenti dal comitato di valutazione, inserendo ispettori esterni; e la mobilità straordinaria su tutti i posti nazionali, che non tiene conto della priorità di chi è in “gae”, cioè in graduatorie a esaurimento, in una provincia da anni».

A.N.:«Io lascerei tutto come prima, sbloccherei il contratto fermo da anni e darei la possibilità alle terze fasce d’istituto di abilitare ed essere assunti, una volta svuotate le graduatorie “gae” e le seconde fasce».

O.G.: «Io modificherei la parte in cui permette una valutazione per i docenti da parte dei genitori e degli alunni, creando ovviamente conflitti di interesse; ma anche il punto che prevede la promozione della scuola privata, dando la possibilità alle famiglie di sgravare dalle tasse ben 400 euro per le rette pagate».

Insomma, gli intervistati sembrano tutti d’accordo su questi punti: nessun ‘super potere’ al preside; meno precariato e più assunzioni reali; nessun sovvenzionamento ai privati; no al potenziale clientelismo dovuto alla chiamata diretta. I docenti al riguardo lo avevano anticipato: in tutta Italia raccoglieranno le firme per un Referendum abrogativo, se la legge sarà firmata dal Presidente della Repubblica. Mattarella accoglierà il loro appello?

By Ilaria Nebulosi

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