Privacy e social. Milly D’Abbraccio: ”Per una vita tranquilla, alcune cose devono rimanere segrete”

NAPOLI – Il quotidiano abuso di materiale riservato, che fanno alcuni utenti dei social network, non smette di destare scalpore, con relative conseguenze che diventano spesso fatti di cronaca sulle prime pagine delle testate giornalistiche nazionali. Il qualunquismo che si sviluppa in seguito non contribuisce alla comprensione del fenomeno social, anzi alimenta pericolosi pregiudizi.
Il recente caso di stupro di una giovane, ripreso col telefonino; e le denunce contro la diffusione di materiale fotografico e video personale, alimentano da giorni le pagine dei più importanti quotidiani italiani, ma non è un fenomeno esclusivo del nostro Paese. Gli stessi puntualmente danno il via a campagne di sensibilizzazione che lasciano il tempo che trovano, in attesa della prossima vittima, inconsapevole o meno. Per tale motivo, al riguardo abbiamo chiesto il parere di Milly D’Abbraccio, attrice e produttrice internazionale di pellicole per adulti, un settore, quello dell’intrattenimento hard, dove l’erotismo esprime consapevolezza e professionalità.

Chi sceglie di farsi riprendere in momenti di intimità a cosa va incontro?

«Deve essere un attore o un’attrice innanzitutto: deve desiderare di fare l’attore, e deve desiderare di lavorare nel mondo della pornografia. È una questione ricollegata all’essere o meno un attore professionista. Nel momento in cui ci metti la faccia, stai recitando. E quando tu reciti, sei un attore. Se lo fai in privato, da semplice casalinga per esempio, nel momento in cui ci metti la faccia oltrepassi il privato e diventi pubblica. In quel momento diventi un’attrice, per intenderci.»

Cosa comporta una simile scelta?

«Nel momento in cui ti esponi, privi la tua persona di libertà. Nel fare questo passo ti giochi la libertà, la privacy. Col tempo poi devi fare i conti con quello che rappresenti e devi convivere per tutta la vita con questa doppiezza, con questa doppia personalità: il privato e il pubblico. Le persone che si accingono a rischiare di perdere questa libertà lo fanno perché possiedono una passione forte per l’arte. Rischiano anche senza rendersene conto. Alle volte perché inseguono un grande sogno.»

Occorre una consapevole distinzione tra pubblico e privato, tra divertimento e mondo della pornografia, per non commettere gravi errori?

«Penso che la professione sia una cosa a parte. Una persona che sceglie di intraprendere quella professione è una persona che sa quello che sceglie, è una persone che si espone, una che ha davvero gli attributi e il coraggio di rischiare. La persona che invece nel privato fa certe cose, che commette atti ‘osceni’ agli occhi della gente, rischia, perché bisogna sempre prestare attenzione a non farsi riprendere. Se io sono sposata, o sono fidanzata, e vado con un uomo che non è mio marito, non devo farmi riprendere per alcuna ragione, specialmente con chi non è mio marito. Se questo materiale viene a diffondersi, tanto più faccio una brutta fine: perdo il marito, dicono che sono una poco di buono e così via. Determinate cose devono rimanere private, per una vita tranquilla. Ovvio, internet è pericoloso per questo. E’ interessante per quello che riguarda la comunicazione in generale, ma per il privato non è per niente adatto. Sconsiglio a chiunque di giocare con le videocamere e con la pornografia. Ma se lo vuoi, internet ti offre anche quello, poiché la divulgazione è immediata.»

Chris Barlati

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