Portici. L’Arciragazzi ha aperto un’aula studio autogestita

PORTICI – Lunedì 11 aprile l’Arciragazzi di Portici, sita in via San Cristoforo 34, ha aperto la propria sede agli studenti della città del napoletano, adibendola ad aula di studio aperta 6 giorni su 7. L’associazione ci ha accolto per spiegarci meglio l’iniziativa, nata dai giovani membri dell’Arciragazzi e attuata con il solo ausilio di auto-finanziamenti.

«Gli studenti che abitano a Portici sanno quanto è difficile trovare luoghi pubblici in cui poter studiare con tranquillità», sostiene Roberta Di Rosa, 22 anni, membro dell’Arciragazzi. «C’è la biblioteca della città, ma chiude alle 17:00. Questo è un gran limite per uno studente, che magari ha solo il pomeriggio per poter studiare», aggiunge.

I ragazzi hanno tinteggiato l’ambiente e sistemato una piccola dispensa, dalla quale, con irrisori contributi, gli studenti possono disporre di piccoli agi. «La sala studio non ha il solo scopo di venire incontro alle esigenze di studenti come noi», spiega al riguardo Francesca Arnese, 22 anni, «Noi speriamo che in questo modo i giovani possano incuriosirsi all’associazione, fino a volerla conoscere meglio.».

L’Arciragazzi in effetti, nata a Napoli 40 anni fa e diramatasi in tutte le principali città d’Italia con lo scopo di difendere e ribadire i diritti dei più giovani, gode al suo attivo di iniziative importanti, tra le quali gli scambi interculturali, collaborazioni all’Erasmusplus e svariate attività territoriali gestite autonomamente dai ragazzi. «È un peccato che certe notizie non arrivino a tutti i giovani», sostiene dispiaciuta Paola Schettini, che si occupa delle relazioni internazionali dell’associazione. «Se così fosse, saprebbero che i gratuiti scambi interculturali che organizziamo valgono come CFU (Credito Formativo Universitario – ndr) e referenze curricolari, oltre a essere bellissime esperienze».

Ma il problema sembra non essere solo divulgativo, anche recettivo. «Una volta diffondere le nostre idee e le nostre iniziative era molto più semplice. Bastava scendere per strada e coinvolgere i giovani anche in un teatrino improvvisato», sostiene Anna Schettini, una delle fondatrici dell’associazione Arciragazzi di Portici, «ma col tempo i ragazzini si sono desensibilizzati. In questi tempi non è facile attirare l’attenzione di un bambino, specialmente se assuefatto a tutte le tecnologie che lo circondano. Ma abbiamo deciso di riprovarci. Questa volta fornendo una formazione vera e propria ai nostri ragazzi, per poter in seguito relazionarci con i piccoli di questa difficile generazione.». In merito, il 23, 24 e 25 maggio i giovani membri dell’associazione seguiranno un breve percorso formativo tenuto da un educatore dell’Arciragazzi di Brescia, allo scopo di imparare a interagire con i ragazzini della città e coinvolgerli in un laboratorio creativo, dove saranno i piccoli stessi a decidere in quale ambito artistico cimentarsi. «Sono bellissime esperienze», afferma Francesco Marino, 21 anni, «…come gli scambi interculturali. Viverli è molto diverso dal sentirne parlare. Basterebbe solo far arrivare queste iniziative a tutti».

L’aula studio dunque si prefissa l’obiettivo di dare agli studenti la possibilità di aprire non solo i libri, ma anche la mente al cospetto di un attivismo sociale che può insegnare molto più di tante pagine stampate.

By Ilaria Rossi

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