La comunità di Materdei unita per salvare la chiesa di Sant’Agostino

NAPOLI – Venerdì 18 settembre alle ore 18:00, presso la chiesa di Sant’Agostino degli scalzi a Materdei si è tenuto un concerto che ha riunito vari artisti napoletani tra i quali Gianni Lamagna, Carlo Faiello e Fulvio De Innocentis, per scongiurare la già paventata chiusura della storica chiesa del quartiere. L’obiettivo era la sensibilizzazione, impedire la chiusura definitiva della Chiesa con il suo valore storico, artistico, nonché punto di riferimento sacro e per la funzione sociale.

L’organizzazione di questa pacifica forma di protesta è stata fortemente voluta dagli abitanti della zona e da alcune associazioni del territorio: Via Nova, Vivi Quartiere e Associazione Focus art, che organizzano iniziative come concerti e visite guidate alla chiesa e al quartiere, e che nei locali annessi alla chiesa svolgono attività di volontariato rivolta a giovani e anziani, tra cui un ambulatorio sociale gratuito dove alcuni medici prestano cure a persone bisognose. 

“Nella mente e nel cuore degli abitanti, è questa la chiesa di Materdei, che oltre a essere un luogo di culto svolge una funzione sociale. La nostra preoccupazione è che se gli agostiniani vanno via, perché questo luogo non gli interessa più, questa chiesa chiude definitivamente”, è ciò che afferma Ciro Guida dell’Associazione Via Nova.

Dopo la chiusura, dovuta ai danni del terremoto del 1980, ha subito furti e spoliazioni. Dopo lunghi restauri è stata riaperta nel 2008. L’apertura e il proseguimento delle funzioni religiose erano garantite dalle presenza di padre Celestino che apparteneva all’ordine degli agostiniani e da due giovani sacerdoti filippini, tra cui Padre Randy, ma dopo la morte avvenuta poco tempo fa di don Celestino, l’ordine degli agostiniani ha deciso di chiudere la chiesa e di spostare Padre Randy, che si occupa delle funzioni religiose, a Torino.

Padre Randy è molto amato dalla comunità, ma non è stato mai confermato come parroco nonostante la richiesta dei fedeli. La comunità e le associazioni hanno chiesto un incontro col Cardinale Sepe affinché accolga le richieste della comunità e mandi un nuovo Ordine religioso che si occupi della chiesa.

Nella Chiesa di Sant’Agostino degli scalzi sono state ambientate alcune scene del film “L’oro di Napoli”, diretto da De Sica nel 1954, ed è uno dei principali complessi del ‘600 napoletano per dipinti, stucchi e marmi. Eretta nel 1603-1627 da Giovanni Giacomo Di Conforto, è stata restaurata dopo il 1688 da Arcangelo Guglielmelli e da Giuseppe Astarita a metà del ’700. La chiesa è rivestita da una singolare decorazione a stucco, iniziata nel 1633 da Lorenzo Vaccaro. Alcune opere d’immenso valore, salvate da probabili furti, come le due tele di Luca Giordano “Elemosina di S.Tommaso da Villanova” e “Estasi di S.Nicola” e quella di Mattia Preti “Madonna di Costantinopoli con cinque santi” sono visibili al Museo di Capodimonte.

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