Islam. A teatro “L’ultimo lenzuolo bianco” di Farhad Bitani

VARESE – Venerdì 4 maggio 2018 alle ore 21:00, al cinema Teatro Nuovo di Varese è andato in scena lo spettacolo dal titolo “L’ultimo lenzuolo Bianco”, tratto dall’omonimo libro autobiografico di Farhad Bitani, sul tema dello jihadismo.

La storia di Farhad ha riempito il Teatro Nuovo di Varese, commuovendo con una storia vera sulla crescita all’interno del regime del fondamentalismo islamico. Lo spettacolo è incentrato sulla vita di Farhad Bitani, figlio di un generale mujaheddin, nato e cresciuto in Afghanistan, culla del fondamentalismo radicale. Abbandonata la vecchia vita, arriva in Italia per raccontare di come musulmani e cristiani possano convivere armonicamente tra loro. Tutta la trama percorre la crescita del ragazzo che pensa che quella che ha sempre vissuto sia normalità, ignorando altre forme di esistenza legate a un altro Islam: senza lapidazioni, minacce, talebani e bambini in guerra. Quando il padre di Farhad viene nominato addetto militare presso l’Ambasciata afghana in Italia, tutta la famiglia si stabilisce a Roma. È il contatto con una realtà completamente diversa che porta Farhad a cercare il grande cambiamento, denunciando e testimoniando quello che ha vissuto e che gli hanno insegnato come stile di vita corretto. Nel 2011, scampato a un attentato da parte di un gruppo di Talebani, inizia una riflessione sulla vita che lo conduce a un radicale cambiamento: deporre per sempre le armi.

La storia raccontata mette in luce l’aspetto umano del protagonista. Viene analizzato l’uomo e il rapporto con l’altro e con Dio, ma soprattutto l’uomo e il rapporto con se stesso. La consapevolezza di quanto ciò che gli è stato insegnato sia così sbagliato lo porta a rivalutare il suo essere. L’obiettivo di questo spettacolo è quello di confrontare due mondi apparentemente così diversi, quello occidentale e quello mediorientale, mediante il riconoscimento dell’altro. I temi che avvolgono la vicenda sono tanti e spaziano dall’abuso di potere, alla strumentalizzazione della religione. Vengono evidenziati gli aspetti negativi del fondamentalismo, vista la sua centralità nella cronaca mondiale moderna, ma serve come punto di riflessione necessario sul tema del cambiamento inteso come speranza di poter diventare persone migliori e di creare un mondo diverso superando il pregiudizio. Emerge un forte messaggio di interculturalità e dialogo tra le religioni, di conoscenza e testimonianza di una realtà che, nonostante lontana geograficamente, ormai fa parte della nostra vita quotidiana e dell’attualità.

Il testo teatrale è stato scritto da Roberta Colombo che, rimasta affascinata da questo libro, ha contattato l’autore coinvolgendolo nel progetto; nel frattempo aveva condiviso l’idea con Silvia Priori e Roberto Gerbolès del Teatro Blu di Cadegliano Viconago, rispettivamente regista e drammaturgo. Il tutto sotto la supervisione di Varese in Scena, la rassegna gestita dal direttore del Teatro Openjobmetis, Filippo De Sanctis.

Hanno offerto il proprio contributo anche il centro di ricerca REDESM: Religioni, Diritti ed Economie nello spazio Mediterraneo dell’Università degli studi dell’Insubria; il CIT, Centro di Cultura e Iniziativa Teatrale Mario Apollonio; e ITSTIME, Italian Team for Security, Terroristic Issues & Managing Emergencies, entrambi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

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