FederHand/Fish Campania: “I convegni sulla disabilità? Obsoleti! Bisogna far parlare i disabili” (Parte 2 di 2)

NAPOLI – Continua l’intervista con Daniele Romano, presidente di FederHand/Fish Campania. Nella prima parte dell’articolo è stata delineata l’attuale situazione dei disabili in Campania e accennato alle problematiche relative all’Osservatorio regionale sulla disabilità.

Dr. Romano, che lacune ha l’Osservatorio?

«Innanzitutto la mancanza di un punto di coordinamento regionale superiore agli Assessorati, come la Presidenza di Giunta. Ciò rischia di riproporre vecchie logiche conflittive e penso, ad esempio, all’annosa situazione di scarsa collaborazione tra Assessorati importanti, che ha contraddistinto nel passato la vita del precedente Comitato Consultivo. Ricordiamo anche che le competenze sulla disabilità riguardano tutti gli Assessorati Regionali. Ma non è tutto.»

Che altro?

«Il nuovo Osservatorio soffre di una riduzione di potere rispetto al precedente Comitato Consultivo, che esprimeva sì parere consultivi, ma obbligatori, sulle politiche regionali. Manca inoltre una competenza sulla redazione di un Piano d’Azione Regionale sulla Disabilità, come previsto nell’Osservatorio Nazionale e in quelli Regionali già istituiti. Da ultimo, ma non certo meno importante, manca una copertura finanziaria delle attività da svolgere e in particolare per gli studi e le ricerche, che non si riesce a capire come possano essere realizzate.»

Le associazioni cosa possono fare?

«Le critiche non mancano, nemmeno sul numero delle Associazioni che tutelano i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie all’interno dell’Osservatorio. Cinque associazioni costituiscono un numero esiguo e non possono comprendere e rappresentare tutte le realtà delle persone con disabilità: per esempio nell’Osservatorio Nazionale sono presenti 14 Associazioni designate dalle due Federazioni nazionali più rappresentative (FISH e FAND-Federazione Nazionale tra le Associazioni di Persone con Disabilità – ndr) su 40 membri, il 35% del totale, più 5 esperti; mentre nell’Osservatorio Campano vi sono solo 5 Associazioni, il 26% dei componenti. Altro punto dolente è la nomina degli esperti. Noi non abbiamo nulla contro le persone nominate, ma le associazioni, in merito, non sono state consultate dall’Assessore D’Angelo, e questo va contro il principio ‘Nulla su di Noi senza di Noi’»

Il 6 maggio a Scampia c’è stato un convegno sulla disabilità organizzato da un membro dell’Osservatorio, Domenico di Renzo, ma c’erano poche associazioni di settore, e soprattutto pochi disabili, capita spesso?

«Anche io ho partecipato all’incontro di Domenico Di Renzo e condivido l’osservazione sulla scarsa partecipazione delle persone disabili e delle loro famiglie. Il punto si può riassumere in una parola: rassegnazione. Bisogna dare risposte concrete alle persone, e i convegni credo siano diventati una forma obsoleta di confronto: bisogna saper parlare al cuore delle persone disabili e delle loro famiglie, ascoltandole e facendole parlare, perché oggi alle teorie bisogna affiancare la realtà dei fatti, e solo chi vive quotidianamente le difficoltà può raccontarla. Personalmente, so benissimo cosa sia la disabilità, avendo una sorella con disabilità intellettiva, e quindi credo che bisogna agire e non solo più parlare. E’ arrivato il momento di realizzare i diritti delle persone disabili e delle loro famiglie e non solo più elencarli.»

By Riccardo Bruno

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