“Draw on me”, voglio essere perfetta

SEUL – Ji Yeo è una fotografa coreana che da qualche anno mette la propria visione artistica al servizio di un’impresa etica. La nuova iniziativa di Ji Yeo si chiama “Draw on me” (Disegna su di me). La fotografa ha trascorso qualche ora nel quartiere di Brooklyn, a New York, accompagnata da un cartello con la scritta Voglio essere perfetta. Disegna su di me dove avrei bisogno di interventi di chirurgia estetica, invitando quindi i passanti a suggerirle i punti del suo corpo che avrebbe dovuto modificare. La decisione di farsi giudicare dai passanti è stata presa da Ji Yeo in seguito alle sue esperienze trascorse in Corea del Sud e negli Stati Uniti, dove i canoni di bellezza imposti dalle differenti società l’hanno portata a dodici consultazioni mediche di chirurgia plastica. Ad ogni visita i medici le proponevano i soliti interventi richiesti dalle donne coreane: palpebra all’occidentale, mento definito, aumento del seno, riduzione del volume delle labbra. Approcci differenti con un unico elemento di base: l’idea che la chirurgia plastica facesse miracoli. Ji Yeo ha così aperto gli occhi su di un mondo coercitivo in cui uomini e donne, senza distinzione, cercano di emulare un’idea di perfezione standardizzata dall’Occidente.

L’idea della coraggiosa fotografa è stata quella di voler non solo mostrare le proprie imperfezioni, ma di mettersi a disposizione del giudizio dei passanti. Dall’esperimento sociale ha ricavato l’ennesima lezione sulla soggettività della bellezza: laddove un individuo riteneva di dover cambiare qualcosa del suo corpo, un altro lo reputava già perfetto e suggeriva modifiche altrove. “Nella maggior parte dei casi – afferma la dott.ssa coreana Laura Phan – questo è quello che accade negli studi medici: un paziente chiede di modificare dei punti del proprio corpo che ritiene brutti, inadeguati, imbarazzanti, ma io non vedo niente di tutto ciò. Non riesco a vedere quello che il paziente percepisce come un problema“.

Convinta degli effetti devastanti che la chirurgia ‘di massa’ provoca nei pazienti a livello psicologico, lo scorso anno Ji Yeo  aveva immortalato nei suoi scatti una serie di donne alle prese con i postumi di interventi di chirurgia estetica, per mettere in evidenza la sofferenza che questi rifacimenti estetici comportano: occhi lividi, volti tumefatti, corpi devastati, seni bendati.

By Margherita Sarno

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