Animali. Continua la strage di rinoceronti

PRETORIA – Si sta concludendo la Giornata mondiale del rinoceronte, una celebrazione che punta a tenere accesi i riflettori su uno degli animali più minacciati dall’estinzione.
Lanciata nel 2010, cade ogni 22 settembre ed è molto sentita tra gli ambientalisti e gli animalisti nel mondo.
Al riguardo, per l’occasione in Sudafrica sono stati pubblicati report sul bracconaggio, nemico numero uno della sopravvivenza dei rinoceronti, relativi al periodo che decorre dall’anno 2006. In dettaglio, la denuncia parte dalla sezione sudafricana del WWF: “In Sudafrica, dove vive l’80% degli ultimi esemplari di rinoceronte, solo nel 2016, il quinto anno di fila, si contano oltre mille rinoceronti uccisi dai bracconieri, a causa del valore dei loro corni. Precisamente, dal 2006 sono stati uccisi 6.680 rinoceronti.”.

Preoccupa gli Enti a tutela della fauna il cambio di passo del commercio illecito di corni, che per eludere i controlli sui corni contrabbandati, gli stessi vengono trasformati già in Africa in gioielli e polvere, cioè ‘merce’ finita da spedire a facoltosi acquirenti in Asia, soprattutto cinesi e vietnamiti. Inoltre i bracconieri stanno spostando la loro attenzione anche fuori il Parco nazionale Kruger, la più grande riserva naturale del Sudafrica che ospita la maggioranza dei rinoceronti, che si estende su un’area di circa 20.000 km², equivalente a quella dello stato di Israele o del Galles.

La International Rhino Foundation segnala infine che tutte e cinque le specie di rinoceronte, le due africane e le tre asiatiche, sono in pericolo. Ma alcune più di altre: il rinoceronte bianco settentrionale per esempio, di cui sono rimasti solo cinque esemplari nel mondo, ha un unico maschio, di nome Sudan, che ha ormai superato l’età della riproduzione e vive protetto nella riserva di Ol Pejeta Conservancy in Kenya. E poi altre tre specie: il rinoceronte nero africano e quello asiatico di Giava e Sumatra, che sono purtroppo da tempo inseriti nella lista degli animali in estinzione, aggiornata a cura dell’IUCN, Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

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