Animali. Astroecologia a tutela delle specie a rischio

LONDRA – La Liverpool John Moores University ha presentato, durante la “Settimana europea dell’Astronomia e della Scienza spaziale”, i test di una ricerca che ha le potenzialità per difendere le specie a rischio: l’astroecologia. Un’attività di controllo che si basa su algoritmi di apprendimento automatico e strumenti di identificazione che gli astrofisici hanno sviluppato attraverso il software open source “Astropy”, per individuare stelle e galassie.

Il software sfrutta algoritmi sviluppati dagli astrofisici per monitorare gli animali nei loro habitat naturali: ripresi nelle immagini a infrarossi girate dai droni, i loro corpi caldi appaiono brillanti come stelle e possono essere monitorati per fare censimenti e contrastare il bracconaggio. E’ stato inizialmente testato per identificare uomini e bovini nelle immagini a infrarossi dei droni su una fattoria, ma ha poi aiutato i ricercatori in una collaborazione con gli zoo, per costruire un database di immagini con cui addestrare il sistema a riconoscere diversi animali nei loro habitat, anche se nascosti dalla vegetazione.

Da settembre sono in corso gli esperimenti sul campo, con il monitoraggio in Sud Africa di una delle specie di mammifero più minacciate: il coniglio di fiume. Nei prossimi mesi saranno condotti nuovi test con l’orangotango della Malesia, la scimmia ragno del Messico e il delfino di fiume brasiliano.

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