Ambiente. Report dall’incontro “Prima del diluvio”

NAPOLI – Si è svolto venerdì 8 settembre 2017 alle ore 17:30, presso il centro bio edile in via S. Pietro a Majella, l’incontro “Prima del diluvio” organizzato da “Possibile Napoli città metropolitana”, per discutere insieme ai cittadini e promuovere, tramite raccolta firme, la proposta di legge popolare attivata da “Green Italia” e “Possibile”, riguardo le politiche ambientali ed energetiche in Italia.

Il tema dell’ambiente, lo sfruttamento delle risorse ad alto impatto ambiente, l’inquinamento e i cambiamenti climatici sono argomenti che, sebbene con difficoltà, sono entrati nell’agenda politica nazionale e internazionale.

Nel dicembre 2015, durante la COP21, la conferenza sul clima di Parigi, 195 Paesi hanno adottato il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima mondiale, un impegno mirato a contrastare il riscaldamento globale riducendo sensibilmente le emissioni di anidride carbonica, così da evitare cambiamenti climatici pericolosi, e limitando il riscaldamento ben al di sotto dei 2°C. In breve, gli obiettivi posti erano: la riduzione delle emissioni; trasparenza a livello mondiale circa i progressi raggiunti; il sostegno ai Paese in via di sviluppo; intensificazione degli sforzi tesi a ridurre la vulnerabilità degli effetti negativi dei cambiamenti climatici da parte di città, regioni ed enti locali.

L’accordo, aperto alla firma il 22 aprile 2016, è entrato in vigore il 4 novembre 2016, ma da allora purtroppo tutto ciò che di buono è stato fatto è stato poi messo in discussione dall’uscita dal patto degli Stati Uniti: la presidenza Trump infatti ha optato per sfilarsi dall’accordo sottoscritto dall’allora presidente Obama e contemporaneamente ha ridotto drasticamente i fondi stanziati negli USA e destinati alle energie rinnovabili.

Mentre in diverse parti del mondo si registrano gli effetti del cambiamento climatico, non mancano tuttavia i negazionisti e chi ritiene ancora giusto investire nelle fonti fossili a dispetto delle rinnovabili.  Il Governo italiano ha posto al centro la tematica, ma si limita al compitino: la consultazione sulla SEN (Strategia Energetica Nazionale, uno strumento di indirizzo e programmazione a carattere generale con priorità a breve e lungo periodo riguardo la diversificazione delle fonti energetiche e delle aree di approvvigionamento – ndr), che inizialmente doveva concludersi il 31 agosto, è stata rinviata al 12 settembre a causa delle richieste di proroga e dei numerosi contributi.

Secondo Legambiente la SEN rappresenta un passo avanti da parte dello Stato rispetto al tema ambientale, poiché prevede una progressiva decabornizzazione, ma è altresì necessario individuare misure più concrete di promozione delle rinnovabili. In questo contesto, “Possibile” e “Green Italia” hanno deciso di scrivere una legge dopo aver fatto rete, dopo cioè aver incontrato le associazioni ambientaliste e gli attori pronti ad avanzare proposte e a portare contributi. Una legge popolare, ha spiegato Carmine Maturo, co-portavoce nazionale di Green Italia, “perché il tema del cambiamento climatico vede i cittadini uniti per la tutela dell’ambiente e del pianeta. Le conseguenze riguardano tutti, sono riscontrabili nel quotidiano e necessitano di una risposta civica, di un movimento che parta dal basso”.

Annalisa Corrado, del comitato scientifico “Possibile” e co-portavoce nazionale di Green Italia, ha spiegato che con la raccolta firme per la proposta di legge si intende coinvolgere le persone poiché in Parlamento attualmente c’è poco spazio per il dibattito pubblico. Dunque la Corrado ha enunciato i tre punti fondamentali della proposta: innanzitutto la carbon tax, ridistribuire cioè la tassazione in base alle emissioni di CO2, affinché chi inquini paghi, a fronte di una riduzione delle tasse per chi invece, utilizzando energia rinnovabile, riduce l’emissione. L’obiettivo di tale proposta è favorire la riconversione energetica del Paese. Il secondo punto riguarda la sovranità energetica, cioè puntare sulle fonti di energia rinnovabili come sole, vento, acqua e non su quelle fossili, ciò permetterebbe un’indipendenza dagli altri Stati e dalla cosiddetta possibilità che questi “chiudano i rubinetti”, con tutto ciò che ne consegue. La sovranità energetica permetterebbe anche uno sviluppo di reti private, attualmente vietato: vale a dire una condivisione dell’energia tra cittadini tramite lo sfruttamento delle rinnovabili, che favorirebbe una minor dispersione e un’ottimizzazione dell’energia stessa tra chi ne ha un bisogno maggiore e chi meno. Il terzo e ultimo punto riguarda la semplificazione autorizzativa delle fonti rinnovabili, rendere cioè più veloce e diretto l’iter dello sfruttamento delle risorse rinnovabili, che oggi è complicatissimo e richiede mesi se non anni.

Molto apprezzato dalla platea anche l’intervento del Vice Sindaco di Napoli Raffaele Del Giudice, che ha sostenuto la proposta e si è impegnato a creare un tavolo di lavoro per discutere insieme di temi fondamentali per i cittadini e il pianeta. Il Vice Sindaco ha aggiunto però che “uno dei problemi fondamentali è la limitata libertà d’azione che le amministrazioni hanno rispetto ai fondi e ai capitoli di bilancio, e che proprio questo dovrebbe essere uno dei temi principali da affrontare per cambiare rotta rispetto al clima”.

Al riguardo abbiamo rivolto le nostre domande a Carlo Palmieri, attivista di “Possibile Napoli”.

Cosa può dirci della proposta di legge?

«Insieme a “Green Italia” ci facciamo promotori di una legge di iniziativa popolare che propone di introdurre disincentivi per chi emette CO2 e incentivi per chi utilizza risorse rinnovabili. La carbon tax è un’imposta indiretta che incide sulla sostenibilità e rinnovabilità dell’energia utilizzata dagli impianti industriali. In aggiunta, la proposta di legge va a incentivare gli hub energetici distribuiti, cioè le comunità, le singole famiglie, a dotarsi di impianti di auto produzione energetica quali turbine eoliche casalinghe o pannelli solari.»

Cosa ne pensa degli obiettivi riguardo l’efficenza energetica?

«C’è tanto da fare. Fortunatamente, eccetto l’amministrazione Trump, il mondo si è reso conto che i cambiamenti climatici sono un fatto e l’efficenza energetica deve essere raggiunta. Siamo 7 miliardi sulla Terra e siamo in aumento, o impariamo a utilizzare in maniera intelligente le risorse, o prima o poi il gioco finisce.»

Dario Quattromani

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