Alimentazione. Nanonutrienti per le piante del futuro  

WASHINGTON – Una nuova tecnica di produzione alimentare è stata messa a punto dai ricercatori dell’Università di St.Louis, negli Stati Uniti d’America. Si tratta di nanoparticelle in grado di incrementare la produzione di cibo senza mettere sotto pressione le riserve naturali. Il Dottor Ramesh Raliya, insieme al Professor Pratim Biswas, Direttore del Dipartimento di Energia, Ambiente e Ingegneria Chimica all’Università St Louis di Washington, stanno utilizzando nanoparticelle per aumentare il contenuto di nutrienti e la crescita delle piante di pomodoro.

Il team ha scoperto che utilizzando nanoparticelle di ossido di zinco e biossido di titanio, le piante assorbono meglio la luce solare e i sali minerali. Inoltre, il prodotto finito ha un maggior contenuto di antiossidanti. Lo zinco infatti è un nutriente essenziale per le piante, aiuta gli altri enzimi a funzionare correttamente ed è uno degli elementi dei fertilizzanti convenzionali. Il titanio invece non è essenziale per le piante, ma gioca un ruolo fondamentale nella dinamica complessiva: accresce cioè l’assorbimento della luce, aumentando il contenuto di clorofilla nelle foglie e favorendo la fotosintesi.

Il team di ricerca inoltre, per ottimizzare l’impiego di queste nanoparticelle, ha messo a punto nuove tecniche di aerosolizzazione per il deposito diretto sulle foglie, ottenendo così un assorbimento massimale. Questa innovativa tecnica provocherebbe un maggiore assorbimento di sostanze nutritive da parte della pianta, rispetto al tradizionale approccio. Un trasferimento attraverso il suolo infatti può portare a un assorbimento di circa il 20% dei nutrienti. Mentre le piante trattate con nanoparticelle e attraverso nuovi percorsi di aerosolizzazione hanno prodotto quasi l’82% di peso in più rispetto alle piante non trattate. Inoltre i pomodori trattati hanno mostrato un aumento di Licopene, che è un antiossidante legato alla riduzione del rischio di cancro, malattie cardiache e disturbi oculari legati all’età, tra l’80 e il 113% precisamente.

“Questi prodotti aiuteranno la malnutrizione”, sostiene il Dottor Raliya, “perché permettono alle persone di ottenere un maggiore apporto di nutrienti rispetto a quelli coltivati in modo convenzionale”. Nel frattempo Raliya e il resto del team stanno già lavorando per mettere a punto una nuova formulazione di nanonutrienti che possano comprendere tutti gli elementi richiesti dalle piante. “Tra 100 anni”, ha concluso il Professor Pratim Biswas, “ci saranno sempre più città e meno terreni agricoli, allo stesso tempo l’acqua sarà limitata a causa dei cambiamenti climatici”. Sono quindi necessari nuovi metodi controllati nei quali le piante possano crescere al meglio, per soddisfare una domanda di prodotti alimentari sempre più crescente.

Clemente Cipresso

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