Lavoro. Transnational Social Strike contro il precariato europeo

BERLINO – Tre giorni di discussioni sul futuro della lotta sociale. Il 10 novembre è stato un giorno di riflessione intorno a tematiche sociali in Italia, con lo sciopero generale, ma a Berlino sono stati sviluppati ben tre giorni di incontri al riguardo, promossi da “TSS-Transnational Social Strike”, una piattaforma nata due anni fa, che ha lo scopo di coinvolgere a livello europeo lavoratori che si trovano a dover affrontare la condizione diffusa di precariato, siano essi nati in Europa o migranti. La precariarizzazione del lavoro non è un fenomeno specificatamente italiano, ma sta disagiando l’intera Europa. Queste sono le parole del manifesto politico: “TSS è nato dalla presa di coscienza che non c’è nessuna via d’uscita da questa situazione, se non la creazione di un movimento politico che capovolga lo stato di interessi, secondo il quale siamo solo numeri e azioni nei fogli di bilancio dei capitalisti e tecnocrati europei. Lo sciopero è per noi un potere che mira a danneggiare i pilastri sui quali questa ingiusta e inegualitaria società è costruita. Costruire le condizioni per esercitare questo potere è ciò di cui abbiamo bisogno per sovvertire il corrente stato di subordinazione a datori di lavoro e politici. Per questo lo sciopero deve essere trasnazionale e sociale: transnazionale perché il capitale lavora e pensa in modo transnazionale, creando divisioni tra i paesi, gli stipendi, e le condizioni di lavoro per renderci deboli e fare profitti, quindi solo essendo coscienti di queste divisioni possiamo aspirare a incrementare il nostro potere e farci sentire. Sociale perché il potere dello sciopero non può essere ristretto a certe categorie di lavoratori, ma è un’arma che tutti devono essere capaci di impugnare e usare.”.

Dopo aver coinvolto le comunità di Poznan, Londra, Parigi e Ljubljana, TSS è atterrata a Berlino per sviluppare ulteriormente il progetto. Le aree di riflessione orbiteranno attorno a queste sei tematiche:

1) Il turno logistico della repressione: una società sotto il controllo autoritario. Si parte dal prendere atto che i governi europei stanno apportando una svolta autoritaria nella gestione di problematiche quali la questione migranti, affrontata tramite l’innalzamento di confini o una restrizione del welfare di stato; il welfare stesso che viene trasformato in un meccanismo di debito per formare una classe di lavoratori poveri, e in più riforme che mirano a contenere le forme di dissenso pubblico quali lo sciopero. In che relazione stanno queste realtà con la militarizzazione delle città, gli arresti arbitrari, lo sgombero di abitazioni e spazi occupati?

2) Sfida alle logiche dello sfruttamento. I lavoratori del settore logistico si trovano a essere sottoposti a sistemi di controllo e sfruttamento che nascono dall’affidare a sistemi di algoritmi la misura e la valutazione della loro prestazione lavorativa. Aziende quali Amazon hanno adottato strategie per proteggere i loro interessi nel caso di scioperi: affidano ad altri magazzini, non in sciopero, il lavoro che avrebbe dovuto essere svolto dai lavoratori in protesta. In Polonia due anni fa gli impiegati di Amazon hanno rallentato la produzione in occasione di uno sciopero dei lavoratori tedeschi contro l’azienda. La solidarietà internazionale è fondamentale.

3) Libertà di movimento lungo le frontiere intelligenti. Data l’emergenza immigrazione, al riguardo si pongono delle domande: come sconfiggere la retorica del pericolo che sostiene sempre più dinamiche di ipersicurezza verso l’immigrazione? E quale ruolo hanno i movimenti fascisti e come si legano alle politiche di governo? Quali pratiche si potrebbero adottare per garantire la libertà di movimento?

4) Precarietà, auto-organizzazione, scioperi: connessione delle problematiche legate al lavoro su scala transnazionale. Con il pretesto della flessibilità, efficienza e produttività, il mercato del lavoro europeo ha adottato sistemi di precariarizzazione il cui principale risultato è stato il deprivare i lavoratori dei lori diritti, sicurezza e benessere. Mentre l’unione rimane uno strumento centrale per i lavoratori, l’estrema flessibilità e la mobilità rendono necessario ripensare nuove tattiche e strumenti di organizzazione. Quali forme di organizzazione possono connettere i lavoratori uniti nella precarietà, ma divisi in staus, contratti o livelli di mobilità? Quali strumenti può utilizzare TSS per contrastare le logiche di divisione e frammentazione che vengono imposte a livello europeo?

5) Estrazione di dati, alghoritmic profiling, sicurezza informatica e automazione: come rendere la rivoluzione virtuale. Nel corso degli ultimi dieci anni sempre più settori dell’economia usano modelli estratti dalle Black box per guidare la produzione aziendale. Mentre il lavoro viene atomizzato e privatizzato, le relazioni umane vengono standardizzate e quantificate attraverso le interazioni sui social network. Inoltre la diffusione dei discorsi d’odio, la tirannia delle visualizzazioni e dei like, e la proliferazioni delle fake news legittimano l’intensificarsi di politiche neoliberali. Come possiamo batterci contro l’intensificarsi del controllo e sfruttamento basato su algoritmi? Quali strumenti possono essere usati e diffusi per promuovere l’auto-organizzazione nel web e come possono essere integrati nello sviluppo della piattaforma TSS?

6) Sciopero globale delle donne: una prospettiva di lotta femminista. La riflessione non è connessa solamente alla questione femminile: si esprime un rifiuto dei ruoli basati sul gender, insistendo sulla necessità di unire le lotte contro la violenza patriarcale con altre lotte, quali quelle contro il razzismo istituzionale e la precariarizzazione del lavoro e della vita.

La campagna “Make Amazon Pay” pone l’esempio di Amazon per l’auspicio di un’unione dei lavoratori in scioperi solidali. Tramite ciò che è stata definita la “taylorizzazione digitale”, ogni lavoratore è isolato il più possibile dai colleghi durante il proprio turno. Inoltre calcoli astratti definiscono quali sono i tempi medi per lo svolgimento di un compito da parte del dipendente, che si trova a sottostare a forti pressioni per rispettare i tempi, anche per usare la toilet. La campagna promuoverà azioni sul territorio europeo durante la settimana del Black Friday, cruciale periodo di profitto per l’azienda.

I temi da affrontare sono i più sentiti. A livello globale c’è il rialzarsi della voce di coloro che l’unico potere che hanno è quello di fare massa, per esprimere il dissenso. Dai vari gay pride messi a tacere in paesi ormai considerati democratici, quali la Turchia, alle manifestazioni per proteggere le donne negli Usa e in Polonia per citarne alcuni. Dai vari scioperi in difesa dei lavoratori in Francia e in Italia, alla repressione violenta in Spagna durante l’esplicazione di un diritto civile quale quello del voto. La riflessione attorno a tali tematiche dovrebbe essere all’ordine del giorno nella testa di ogni cittadino.

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