Il Giappone scarta il progetto di Hadid per lo stadio Olimpico

TOKYO –  Shinzo Abe, il Primo ministro del Giappone, ha annunciato che il progetto per lo stadio principale, realizzato dall’architetto anglo-iracheno Zaha Hadid e che dovrà ospitare le Olimpiadi del 2020, sarà scartato per ripartire nuovamente da zero. A portare il Primo ministro verso questa decisione sono stati i costi esorbitanti richiesti dal progetto di Hadid. La decisione infatti è stata presa da Abe dopo oltre un mese trascorso ad ascoltare l’opinione della popolazione e cercando di trovare una possibile soluzione revisionando il progetto esistente, ma le forti critiche a cui il Governo è stato sottoposto hanno portato il Primo ministro ad abbandonare il progetto iniziale in favore di uno nuovo.

In risposta alla scelta del Primo ministro giapponese si è alzata la voce di Jim Heverin, il project director di Zaha Hadid, che ha dichiarato quanto segue: “Il nostro team ha lavorato duramente con il Concilio dello Sport Giapponese per realizzare il progetto di un nuovo stadio nazionale, che sarebbe stato pronto per la Rugby World Cup del 2019, per i giochi Olimpici del 2020 e che avrebbe risposto alle esigenze di una nuova casa dello sport giapponese per i prossimi 50-100 anni. […] Non è un caso che i recenti aumenti dei costi riportati siano dovuti alla progettazione, che usa materiali standard e tecniche di costruzione che ben rientrano nella capacità degli imprenditori giapponesi e che inoltre rispetta il budget stabilito dal concilio dello sport giapponese. Il vero problema dello stadio è stato quello di trovare una spesa di costruzione accettabile sullo sfondo di ripidi aumenti annuali sui costi di costruzione a Tokyo e una scadenza fissa”. Tuttavia i problemi circa la realizzazione dello Stadio Olimpico non sono certo una novità, difatti hanno avuto inizio poco dopo che il progetto è stato assegnato ad Hadid: l’architetto giapponese Fumihiko Maki, che vinse il premio Pritzker nel 1993, organizzò un simposio contro il progetto di Hadid, al quale fece seguito una petizione per cancellare il progetto dello stadio. L’anno scorso Hadid ha risposto a queste critiche dichiarando che le vere motivazioni risiedono in un rifiuto da parte dei giapponesi a far costruire uno stadio nazionale da uno straniero.

La scelta del Primo ministro giapponese rispetta dunque la volontà del suo popolo, ma dal momento che lo stadio ideato da Hadid non era solo destinato ad ospitare le Olimpiadi del 2020 ma anche la partita di apertura e di chiusura della Rugby Wolrd Cup, la decisione è stata criticata dal corpo di governo mondiale del Rugby, che ha chiesto urgenti chiarificazioni sul piano per la Coppa Mondiale del 2019. Shinzo Abe ha però già rassicurato di avere ottenuto il consenso di Mori, un ex primo ministro, e di aver dato istruzioni ai ministri dello sport e delle Olimpiadi per avviare la preparazione di un nuovo progetto.

Daniele Amelino

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