Società. A Napoli il convegno sul “Gioco e Comunità giocanti”

NAPOLI – E’ in corso al Maschio Angioino il  convegno internazionale “Gioco e Comunità giocanti”,  sul diritto al gioco dei bambini e delle bambine, organizzata dal Comune di Napoli, Assessorato al Welfare, Servizio politiche per l’infanzia e l’adolescenza, in collaborazione con la Cooperativa Sociale Progetto Uomo, nell’ambito del progetto “Una città per giocare”.

Sono giornate di scambio e confronto sul diritto al gioco, con workshop, approfondimenti, confronti e discussioni, un invito a riflettere sul valore educativo  del gioco, come spazio alternativo di espressione e condivisione di emozioni e vissuti, e per la crescita culturale dei bambini e delle comunità, per sviluppare, attraverso il gioco, la consapevolezza delle proprie e altrui capacità.

Al riguardo abbiamo rivolto le nostre domande a Viviana Luongo, responsabile del progetto “Una città per giocare”.

Il diritto al gioco è solo dei bambini?
«Il progetto una città per giocare è attivo nella città di Napoli per riportare Il gioco nello spazio urbano. La nostra tipologia di gioco é inclusiva, di diverse età, religioni, provenienze e differenze di genere. Il gioco è come la livella, direbbe Totò. Il gioco mette tutti sullo stesso piano e offre a tutti le stesse opportunità. Sta a ciascuno di noi saperle cogliere con le proprie capacità e potenzialità. Il gioco è infatti per tutti: partiamo dal principio che giocando si possono mettere in pratica risorse e competenze, generalmente nascoste o poco sviluppate nella vita quotidiana. Ecco noi crediamo che il gioco possa essere un atto rivoluzionario di libertà e creatività per tutti.»
In cosa consiste il progetto?
«Una città per giocare ha svolto varie azioni, tra cui la formazione sul gioco e sul giocare, riservata agli adulti e in svolgimento al convegno. Noi con Ludobus artingioco dal 2004 lavoriamo per il diritto al gioco di tutti e aderiamo all’associazione nazionale dei Ludobus e delle ludoteche “Ali per giocare”, di cui sono nel direttivo».
Serena Costantino
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