Libri. Presentato alla biblioteca Durante “Il capocella”

NAPOLI – Sabato 23 febbraio alle ore 10:30, presso la biblioteca a porte aperte Annalisa Durante, è stato presentato il libro-spettacolo “Il capocella” di Vincenzo Russo, per la regia di Costantino Punzo, e con Emanuele Iovino, Peppe Carosella, Flavio D’Alma, Carlo Paoletti, Melania Pellino, e Francesco Rivieccio.

Il romanzo di Russo si inserisce in un contesto scaturito dall’imminente processo sulla “Cella Zero” di Pogggioreale, e dalle recentissime agitazioni dei scorsi giorni sulla qualità della vita carceraria, ma è un racconto sull’altra faccia del carcere, quella della nascita di profonde amicizie, proprio all’interno del’Istituto penitenziario di Poggioreale.

Al dibattito, che ha preceduto la messa in scena dello spettacolo, è intervenuta tra gli altri Carmela Esposito, presidente dell’associazione “Gioco di squadra”, che ha affermato: “Noi andiamo nelle scuole, facciamo formazione, parliamo ai bambini del carcere, perché del carcere se ne deve parlare”. Alla fine, quel che sembrava essere un dibattito, ha lasciato il posto alla messa in scena, il modo migliore di rendere vive le parole.

Durante lo spettacolo un volontario ha distribuito volantini tra il pubblico: su ognuno era scritta una frase che, nel momento in cui si veniva indicati dagli attori, doveva essere letta ad alta voce, una forma efficace di coinvolgimento del pubblico.

La storia di Claudio e del ‘capocella’ è una storia che esplora dinamiche e relazioni degli istituti penitenziari dall’interno, senza filtri, non mancando di mostrare quanto di buono possa nascere anche in un contesto infernale come quello carcerario. Al riguardo, al termine dell’incontro abbiamo rivolto le nostre domande all’autore Vincenzo Russo.

Perché questo romanzo?

«Perché c’è voglia di raccontare il carcere da un altro punto di vista, a partire dai legami umani che nascono tra gli uomini, e perché i detenuti sono esseri umani, non bestie, e come tali vanno trattati»

Chi è il ‘capocella’?

«Il capocella è la persona che ha più anzianità, cioè quella che sta in carcere da più tempo, e nel romanzo è rinchiuso col protagonista Claudio in uno spazio di soli 24 metri quadri»

Serena Costantino
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