Arabia Saudita, l’imbarazzante alleato dell’Occidente in Medioriente

LONDRA – Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, costretto da tre anni a vivere a Londra nell’ambasciata dell’Ecuador, ha diffuso in rete oltre 60.000 documenti riguardanti la corruzione, i traffici di denaro e i giochi di potere dell’Arabia Saudita, alleato americano in Medioriente coinvolto in una guerra ad armi impari contro ribelli yemeniti di religione sciita, causando attraverso bombardamenti indiscriminati la morte di centinai di civili. E sembra che al riguardo altri 500.000 allegati dovrebbero essere resi pubblici a breve.

La documentazione resa nota da Wikileaks mette in luce i retroscena del regno wahabita (Il Wahhabismo è un movimento di riforma religiosa sviluppatosi in seno alla comunità islamica sunnita – ndr). Le caratteristiche della corruzione del regno Arabo spaziano dall’influenza nei media regionali e internazionali, fino alla compravendita dei diplomatici stranieri. Altra ‘qualità’ del regno Saudita, sempre secondo i documenti diffusi in rete, concerne la sua straordinaria abilità nell’aver saputo gestire una fitta rete di collegamenti con alcuni paesi Arabi, in particolare con il Libano e l’Egitto: a tal proposito, stando a quanto riportato nei file pubblicati, l’Arabia Saudita sarebbe stata disposta, all’occorrenza, a pagare una somma di 10 miliardi di dollari per la liberazione dell’ex presidente egiziano Mubarak. Tuttavia, tale iniziativa non avrebbe conosciuto attuazione, per l’impossibile realizzazione dei piani ipotizzati.

Per quanto riguarda invece la parte mediatica, secondo le informazioni di Assange il regno Arabo avrebbe sottoscritto diverse centinaia di migliaia di abbonamenti con le emittenti televisive straniere, per il solo fine di assicurare a se stessa una posizione di privilegio rispetto agli Stati del Medioriente, lontana da critiche o da dannose inchieste giornalistiche. In aggiunta, pare che la diretta corruzione dei responsabili delle agenzie di telecomunicazione fosse una pratica largamente adoperata. A tal proposito è possibile apprendere che il canale televisivo egiziano ONTV avrebbe ricevuto un’ingente quantitativo di denaro per rinunciare a ospitare un celebre oppositore saudita in esilio; o che un noto quotidiano egiziano, per un corrispettivo di 1.200 euro, avrebbe pubblicato un tendezioso articolo in occasione della festa nazionale saudita.

Per quanto riguarda la politica estera invece, si legge che i maggiori timori dell’Arabia siano incarnati dall’Iran, dalla Siria e dagli Hezbollah libanesi, e che gli ingenti sposatamenti di denaro, eseguiti negli ultimi anni, avrebbero l’esclusivo fine di ridimensionare l’ascesa della potenza Iraniana.

Infine un fatto davvero curioso riguarda uno dei figli di Osama Bin Laden, l’erede avrebbe richiesto il certificato di morte del padre: i colloqui tra il rampollo della ricchissima famiglia araba e l’amministrazione statunitense si sarebbero svolti nella più totale cordialità, terminando la discussione con un ‘imbarazzante’ ”Spero che questi documenti del governo americano siano utili tanto a voi quanto alla vostra famiglia.”

Chris Barlati

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