Scozia independent

EDIMBURGO – Il prossimo 18 settembre si voterà il Referendum a favore o contro l’indipendenza della Scozia dal regno Unito: “Dovrebbe la Scozia essere uno Stato indipendente?” questo è il semplice quesito al quale gli scozzesi dovranno rispondere. A pochi giorni dalle urne sembra, secondo un sondaggio realizzato dal Sunday Times, che dopo 307 anni la storia potrebbe cambiare: gli elettori favorevoli alla secessione, il fronte del “Yes”, sarebbero cresciuti infatti fino al 51%.

Il 18 settembre dunque potrebbe essere ricordato in futuro come l’Independence Day scozzese, grazie a un accordo raggiunto tra il primo ministro della Scozia, Alex Salmond, leader dello Scottish National party; e il premier britannico David Cameron, che ormai non nasconde il timore per l’avanzata dei secessionisti: “Non separate la nostra famiglia, vogliamo che restiate con noi. Scozzesi, riflettete seriamente, il voto avrà conseguenze per i figli, i nipoti e i bisnipoti. In caso di rottura non si potrà tornare indietro”. Ma anche a Buckingham Palace, residenza dell’attuale capo di Stato di Scozia, ovvero Elisabetta II, si respira aria tesa, nonostante la posizione politica neutrale assunta dalla stessa; ma al riguardo è giunta la dichiarazione distensiva del premier scozzese Salmond: “la Scozia continuerà a riconoscere la regina Elisabetta come suo legittimo sovrano, ma avrà una costituzione scritta, come quasi tutti gli Stati moderni”.

In caso di successo del fronte del “Sì”, l’indipendenza scozzese scatterebbe formalmente dal giorno 24 marzo 2016. Fino a quella data Edimburgo e Londra dovranno trovare una soluzione al destino della sterlina, che in questi giorni continua a perdere valore nei confronti di altre monete come il dollaro e l’euro, e a tanti altri problemi economici e militari: giacimenti petroliferi nel mare del Nord e presenza di sottomarini nucleari nelle acque delle basi scozzesi su tutti. Al riguardo ha suscitato interesse una dichiarazione rilasciata da Pechino sul quotidiano di Stato cinese Global Times: “L’indipendenza della Scozia farebbe scendere l’Inghilterra al rango di un Paese di seconda classe. Ciò potrebbe rompere l’equilibrio del potere in Europa con conseguenze sulla geopolitica internazionale”.

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