Napoli. Report dall’incontro pubblico del comitato No Box

 

NAPOLI – In seguito all’assemblea pubblica del 13 aprile e la manifestazione del 20 aprile, i “No Box” sono tornati in piazza lunedì 12 giugno per far sapere che non si sono arresi alla costruzione dei 900 box interrati “Antignano – De Bustis”, nonostante la sentenza del TAR obblighi il Comune di Napoli a concedere i permessi alla Cooperativa Napoli 2000.

“La Legge Tognoli diceva che i parcheggi erano fatti per gli abitanti che non trovavano posto per le loro auto. Questa legge concedeva loro di crearsi il proprio posto auto. In questo caso particolare il progetto prevedeva 300 posti auto, che sono comunque tantissimi, ma che possiamo pensare voler soddisfare il bisogno di questa area. Con il commissariamento, questi posti da 300 sono diventati 900. Allora non sono più parcheggi pertinenziali, sono semplicemente posti auto per la speculazione, per far sì che questo quartiere diventi sempre più affollato di auto, sempre più inquinato, meno vivibile. Inoltre i parcheggi, essendo pertinenziali, quindi pertinenti con appartamenti che ci sono sull’area, dovevano avere un raggio di azione di 500 metri. Il commissariato ha ampliato questo spazio di pertinenza a 2 chilometri. Vuol dire che le persone che abitano ai Colli Aminei possono venire a prendersi un posto auto qui. Secondo voi verranno mai a mettere la loro auto in questo parcheggio? E poi come tornano a casa? Quindi ovviamente questi posti verranno subaffittati, verranno usati per altri scopi. Quindi a cosa servono? Noi ce lo continuiamo a chiedere: probabilmente servono ad altri interessi”. Con queste parole interviene sul palco, allestito in piazza degli Artisti, Ornella Capezzuto, Presidente del WWF Napoli. Ma le sue sono solo alcune delle perplessità sorte intorno alla realizzazione di quelli che sono stati ribattezzati i box interrati “Antignano – De Bustis”. Altre sono legate al rischio idrogeologico, a quello architettonico e culturale: basti pensare che l’area in questione è una zone a tutela archeologica, cosa che probabilmente i progettisti non hanno tenuto in conto. Senza tralasciare la perdita del mercatino di Antignano, non solo per i lavoratori, ma anche per l’aspetto comunitario del quartiere.

Intorno alle ore 18:00 è iniziata l’assemblea pubblica, radunata in piazza degli Artisti: un modo per i cittadini e le associazioni di confrontarsi con il Sindaco Luigi de Magistris. Ci si aspettava di conoscere quali fossero le intenzioni dell’Amministrazione di fronte alla decisione della giustizia amministrativa. Si è fatto attendere per più di un’ora il Sindaco, tanto da impazientire gli animi di qualcuno.

Intanto, abbiamo raggiunto Franco Di Mauro del Comitato San Martino, per rivolgergli qualche domanda.

E’ stretto lo spazio in cui si può muovere l’Amministrazione comunale?

«Noi tendiamo ad ampliarlo questo spazio, con la nostra opposizione civile e democratica, opposizione di popolo, come la TAV in Val di Susa, come la TAP nel Salento, ci sono i No Box al Vomero. A fronte delle scelte che vengono calate dall’alto e che non trovano il consenso democratico e popolare, c’è il popolo che si mette in mezzo e cerca di esercitare le dovute pressioni. Questa situazione è figlia di una gestione commissariale, il che ancora una volta ci insegna che il Commissariamento è una cosa anti-democratica, perché uno sceglie e non discute con nessuno. Adesso li costringiamo a discutere con noi».

Il Sindaco potrebbe tirarsi indietro?

«Proprio perché noi avevamo questo dubbio, questa preoccupazione, gli abbiamo detto: “Le tue cose le vieni a dire in piazza!”. Noi lo abbiamo incontrato il 2 maggio a Palazzo San Giacomo, abbiamo fatto un’assemblea, un presidio sotto Palazzo San Giacomo, in cui eravamo un centinaio; una delegazione di una ventina di noi è salita dal Sindaco, che ha detto certe cose. Ha detto di essere d’accordo con noi e di dargli il tempo di incontrare la cooperativa, per fare i suoi accertamenti. Non so quali, di che tipo. E ha detto che poi sarebbe venuto in piazza. Ha anche rinviato un paio di volte l’assemblea.».

Le prossime mosse?

«Dipendono molto da quello che dirà stasera il Sindaco. Questo è un Giro d’Italia: questa sicuramente per noi è solo una tappa. Non è sicuramente la fine del percorso. Noi già ci siamo auto-convocati dopo questa assemblea: dobbiamo dare una valutazione di quello che dirà il Sindaco e muoverci di conseguenza».

Dunque l’arrivo del Sindaco, che con queste parole ha concluso l’assemblea: “Qua prendo un impegno: io sono assolutamente certo che questo parcheggio non si farà. Rispetto all’incontro di un mese fa sono molto più ottimista. Un mese fa c’era l’ottimismo della politica, c’era l’ottimismo della volontà. Abbiamo subito una posizione della giustizia amministrativa molto pesante nei nostri confronti. Con le sue decisioni ci ha accusato di abuso di potere nel difendere una cosa che noi ritenevamo giusta. Ho messo in campo e abbiamo messo in campo una serie di azioni che mi portano oggi a espormi non con probabilità, ma oggi mi sento di espormi con certezza. Sono certo che non ci potranno mai essere tutte le autorizzazioni necessarie per poter realizzare quella che è stata un’idea legittima all’epoca, anche se secondo me sbagliata pure all’epoca, ma che oggi è un’idea insostenibile. Siccome questa cosa voglio che la realizziamo insieme, voi non vi dovete solo affidare a chi oggi vi sta dicendo una cosa certa. Io lancio oggi la proposta che al tavolo tecnico che abbiamo messo in campo sia costantemente affiancata una delegazione dell’assemblea popolare No Box, in modo che la popolazione possa controllare che quello che sto dicendo è la verità. Il parcheggio così come è stato considerato non si farà. E non si potrà nemmeno ipotizzare un parcheggio minore. Napoli ha bisogno di altro: Napoli ha bisogno di parcheggi nelle strade di accesso alla città, ha bisogno di parcheggi in modo che non si arrivi con le auto nella città e ha bisogno di decoro, di risorse economiche, che noi non abbiamo e con fatica stiamo cercando di prendere”.

Camilla Esposito

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