Luce Caponegro senza maschera: ”Selen mi proteggeva dal mondo”

RAVENNA – Paradossi, incertezze? Non per l’attrice Luce Caponegro, conosciuta ai più come Selen, che è stata una delle poche artiste che ha saputo riscoprirsi e innovarsi, facendo tesoro delle proprie esperienze. Una serie interminabile di successi cinematografici nell’intrattenimento per adulti, i cambiamenti, e oggi l’imprenditrice Luce Caponegro ci racconta la sua vita, il pensiero e il punto di vista di una donna, che ha saputo affrontare un percorso artistico senza rimanerne imprigionata.

Sig.ra Caponegro la sua vita è stata un’avventura intensa: diva dell’eros, attrice di teatro, presentatrice televisiva, Dj e ora imprenditrice. Esperienze che le hanno fatto conoscere pregi e difetti del mondo dello spettacolo e non. Guardi indietro, cosa è cambiato rispetto agli anni passati?

«Il mondo non è mai cambiato, è sempre rimasto se stesso. Sono cambiate semmai le maschere con cui lo guardiamo. Lo stesso dicasi per la mia vita: sono sempre rimasta me stessa e le maschere che ho indossato, come a esempio il personaggio di Selen, altro non sono che il vestito con cui uno sceglie di proteggersi dal mondo. Abitare nel mondo, ma non appartenere al mondo, questa è l’essenza della vita, questo è il significato delle maschere che indossiamo più o meno consapevolmente ogni giorno.»

Tanti giovani sono preda dell’esibizionismo, nemmeno i loro genitori sembrano immuni da questo fenomeno, cosa sta accadendo a queste generazioni?

«Cosa sta accadendo a tutte le generazioni? Abbiamo accettato di vivere in una società fatta di apparenze, abbiamo eretto muri che ci hanno allontanato dagli altri, inibendoci la possibilità di conoscere noi stessi. Lei pensi a esempio al mondo dei social: che cosa si condivide con i propri amici? Se stessi forse? Certo che no, si condivide il modo in cui vorremmo essere visti, tentando in questo modo di soddisfare uno dei bisogni primordiali dell’uomo: essere accettati. Accadeva ieri, accade oggi, continuerà ad accadere domani. E proprio perché viviamo in un branco carente di guide, fatto di apparenze, che la famiglia è il punto di partenza, nella quale aiutare i bambini a scoprire se stessi, la propria individualità e perché no, la propria sessualità. Assicurandosi in questo modo di evitare una cultura del tabù che sfocia nei dannosi paradossi cui stiamo assistendo.»

Molti lamentano mancanza di valori. Da genitore, ci racconta la sua esperienza?

«Si può evitare di fare errori? Dubito. Il problema quando si è genitori è che a fare le spese dei nostri errori sono anche i nostri figli. La maternità, e credo lo stesso si possa dire della paternità sebbene in modo diverso, aiuta spesso a far pace con il proprio passato: si comprendono le difficoltà che i nostri genitori hanno affrontato e si prova a volte un senso di timore, sinonimo della grande responsabilità che si percepisce. Nessuno può insegnare questo ‘lavoro’, ma credo fermamente che l’amore incondizionato che lega una madre e un figlio sia l’ingrediente fondamentale. Ecco, se c’è una cosa che possiamo insegnare ai bambini questa è l’Amore. Per il resto sono loro che hanno da insegnare a noi, non viceversa.»

Oggi è un’imprenditrice, ha un centro benessere. Si occupa della cura del corpo e della mente. Qual è l’origine dei nostri mali?

«Il nostro corpo è la casa, o per meglio dire il tempio, in cui trascorreremo la nostra esistenza. Senza di esso non c’è vita. Per questo motivo si parla di “benessere”, perché la cura del corpo ha in un certo senso un significato anche spirituale: il “bene dell’essere”. Stare bene fisicamente aiuta lo spirito, e allo stesso tempo le malattie dello spirito incidono sul nostro corpo. Per rispondere alla sua domanda quindi: l’origine dei mali può essere molteplice, ma incide su entrambe queste dimensioni. Per questo nei trattamenti ci preoccupiamo prima di tutto di regalare un’esperienza ai nostri clienti. Prendersi cura di sé, come ci insegnano le discipline orientali, è in fin dei conti una sottile attività spirituale.»

Chris Barlati

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