Giovanni Gaudiano: “Giornalismo napoletano sempre trainante in questo Paese” (Parte I)

NAPOLI – La crisi editoriale in Italia è forte, in Campania è drammatica, ma c’è chi nonostante tutto riesce a editare testate cartacee. È il caso di Napoli – Una città, una squadra e la sua storia, tabloid quindicinale in edicola da diversi mesi. Di editoria ne parliamo con il suo direttore, Giovanni Gaudiano, giornalista di lungo corso, in passato collaboratore di SportSudSport del Mezzogiorno, allievo di Guido Prestisimone, uno dei pilastri negli anni ’50 del giornalismo sportivo campano. La sua intervista ve la proponiamo in due parti.

Giovanni Gaudiano, cos’è “Napoli”?

«Io e l’editore volevamo colmare un vuoto. Inizialmente pensammo a un settimanale, poi siamo partiti come quindicinale. Napoli è un giornale ampio in cui proponiamo servizi di approfondimento, senza legarci alla cronaca immediata. Volevamo un’impostazione diversa, una testata che, insieme alla parte dedicata alla squadra di calcio, proponesse le tantissime attività culturali, turistiche, editoriali che la città esprime.»

La sua struttura?

«In tre parti: la prima dedicata al calcio, la seconda alle attività culturali di Napoli e provincia, nella terza ci sono approfondimenti vari e gli sport minori. Stiamo avendo un buon riscontro, seppur tra difficoltà inevitabili.»

Perché “Napoli”?

«Una volta c’erano Napoli Notte, il Corriere di Napoli ma non c’è mai stata una testata intitolata alla città. Oltre al calcio, parliamo anche della storia di Napoli, forse una delle storie più importanti del mondo.»

Nell’era dell’informazione diffusa online avete creato una testata cartacea. Perché?

«Premesso che presto ci sarà un sito internet di supporto alla testata, il cartaceo ci sembrava un modo per far capire che intendiamo fare una cosa seria: siamo convinti che un giornale cartaceo, fatto in un certo modo, portato avanti con sacrifici e determinazione, possa trovare un suo posto preciso nel panorama editoriale della nostra città.»

Che difficoltà riscontrate?

«Quella più grande è lo scetticismo dei nostri concittadini, soprattutto di quelli che sarebbero deputati a diffondere un’iniziativa come la nostra.»

Ci spieghi meglio

«Nelle edicole il giornale non riceve il giusto posizionamento, tenendo anche presente che è un’iniziativa che nasce a Napoli; abbiamo tutti giornalisti napoletani, giovani, non per un discorso provinciale, ma di evidenziazione delle nostre capacità. Il giornalismo napoletano è stato sempre trainante in questo Paese, la scuola napoletana di giornalismo è una scuola importantissima. Alcuni editori però, spesso per ragioni commerciali, si affidano a professionisti non napoletani. Penso che invece ci dovrebbe essere da parte degli imprenditori, dei lettori, anche degli edicolanti, più sostegno per iniziative come la nostra.»

A breve pubblicheremo la seconda parte dell’intervista.

By Riccardo Bruno

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