In Grecia la sveglia che desterà l’Europa

ATENE – Alla soglia delle elezioni greche che determineranno il destino del Paese e probabilmente delle borse europee, la popolarità di Alba Dorata subisce un netto crollo, mentre la sinistra radicale di Tsipras rimane in testa a tutti i sondaggi, facendo tremare Merkel ed economisti.

Insieme ai tragici eventi francesi che hanno alimentato le fiamme dell’intolleranza, ormai dilagante in Europa, l’anno nuovo porta con sé l’immagine di una Grecia nuova, distaccata da questo panorama di ombre sinistre e dall’immagine che ne dipingevano indagini e report di appena due anni fa: con il 30,4% dei voti nei sondaggi più recenti, è infatti ancora la Syriza di Alexis Tsipras, e non più il partito di centrodestra e suo più grande avversario, Nea Dimokratia, la favorita per le imminenti elezioni del 25 gennaio. Inoltre, in un momento in cui i movimenti reazionari di tutto il continente riscuotono enormi consensi, facendo di un potente sentimento anti-europeo dai toni nazionalistici uno dei maggiori punti di coesione della loro ideologia, proprio dalla Grecia, ridotta all’osso dal governatorato finanziario della BCE, giunge un forte segnale in direzione opposta: ben il 74% della popolazione preferisce l’euro, spiegando così, forse, anche l’evoluzione dell’opinione dello stesso Tsipras circa la moneta unica.

In vista delle elezioni anticipate si sono riuniti, sotto lo slogan-petizione “Change in Grecia, cambiamento in Europa”, numerosi intellettuali e artisti, tra cui Noam Chomsky, Slavoj Žižek e il nostro Toni Servillo, riconoscendo in esse la possibilità tanto a lungo negata, per il popolo greco, di riconquistare quella sovranità strappatagli in nome dei tagli e memorandum imposti dalla Troika. “Misure – sostengono i firmatari della petizione – che hanno assicurato un ritorno con interessi alle banche europee che avevano offerto prestiti alla Grecia, ma che per il Paese non hanno significato altro che un progressivo smantellamento dello stato sociale e una svendita delle proprie risorse a Paesi esteri”. Dunque, dopo un triennio trascorso da vero e proprio laboratorio politico ed economico, giunge ora il momento per l’Ellade di scegliere se proseguire con l’austera linea governativa attuale, accedendo però a un prestito di 280 miliardi, oppure se fare affidamento sul programma di Syriza: trasformare il prestito in un bond a scadenza illimitata, permettendo alla Grecia di raggiungere una crescita del 3-3,5% prima di cominciare a ripagarlo, assieme ad una maggiore attenzione a welfare e sanità. Al riguardo arriva anche la dichiarazione di Tsipras: “Syriza è la sveglia che desterà l’Europa,”. Non resta che sperare.

By Maria Stefania Tammaro

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