Francesco in Turchia: “Abbiamo bisogno di dialogo”

ANKARA – Papa Francesco, atterrato alle 13:45 all’aeroporto di Ankara, ha iniziato il suo primo viaggio in Turchia. Dopo essersi recato al mausoleo di Atatürk, Padre dei turchi, che trasformò l’impero ottomano in una repubblica laica, si è diretto verso il nuovo palazzo presidenziale per incontrare il Capo dello Stato Recep Tayip Erdoğan.

La visita ha suscitato qualche protesta nel Paese, in particolare perché Bergoglio sarà il primo Capo di Stato estero ad essere ricevuto nel nuovo palazzo fatto costruire dal Presidente, che si rifà a quello presidenziale di Bucarest, voluto dal dittatore rumeno Ceaușescu. Un costo esorbitante, 700 milioni di dollari; un impatto ambientale fortissimo, tanto che il presidente dell’ordine degli architetti di Ankara ha inviato una lettera al Pontefice perché non incontrasse Erdoğan in quel luogo.

Polemiche a parte, la giornata di oggi per il Papa è prettamente politica e si inserisce all’interno di una lunghissima tradizione che vede puntualmente i pontefici recarsi in questo Paese: Giovanni XXIII che fu Nunzio apostolico ad Istanbul e chiamato “l’amico dei turchi”; Paolo VI; Giovanni Paolo II e infine Benedetto XVI, il primo papa della storia a entrare scalzo in una moschea, quella Blu, per pregare in direzione della Mecca “come un musulmano”, così scrissero i più importanti quotidiani locali.

Dopo un’ora e un quarto di colloquio, i due hanno tenuto una conferenza stampa congiunta, una novità per il protocollo, nella quale si è sottolineato l’impegno comune nella lotta all’ISIS e a tutti i gruppi terroristici di matrice islamica. Francesco ha poi auspicato che ebrei, musulmani e cattolici si riconoscano come fratelli e lavorino per una pace stabile in Medio Oriente. Tutto questo però sarà possibile solo attraverso “un dialogo interreligioso, lottando contro il fanatismo che umilia gli uomini e strumentalizza i Credi. (…) La Turchia – ha proseguito il Papa – sia esempio per tutta la regione e continui ad essere un valido artefice di pace”. Con queste parole si è concluso l’incontro e si è proceduto alla stretta di mano fra i due Capi di Stato.

By Massimo D’Angelo

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