Università. I collettivi: “Sia libero l’accesso alle biblioteche e al sapere”

NAPOLI – Giovedì 16 febbraio, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Federico II in Via Porta di Massa, gli studenti si sono riuniti in un’assemblea unitaria per discutere e confrontarsi sui recenti avvenimenti che hanno coinvolto gli studenti e l’Università di Bologna. Il focus era appunto sulla rivolta degli studenti bolognesi, ma l’argomento è stato anche un volano per estendere la discussione su temi che riguardano la politica, i diritti degli studenti e i cittadini.

Gli studenti dei collettivi si sono uniti alla lotta degli studenti di Bologna, una mobilitazione universitaria nazionale affinché il sapere sia accessibile a tutti. All’assemblea del 16 febbraio, che è stata concepita come un momento di confronto e discussione, i membri di collettivi e organizzazioni studentesche napoletane hanno riportato le proprie esperienze e idee, facendosi portavoce di un pensiero condiviso da molti studenti, non solo napoletani, anche italiani. L’evento che ha chiamato a raccolta le associazioni studentesche è stato la mobilitazione degli studenti bolognesi, che hanno protestato contro l’installazione di tornelli per accedere alla biblioteca bolognese di Via Zamboni 36, aperta fino alle ore 24:00: i tornelli possono essere superati solo dopo l’identificazione dello studente con un badge universitario. I collettivi bolognesi, come quelli napoletani, ritengono che i luoghi del sapere debbano essere di libero accesso e che il sapere non debba essere a pagamento. Per questo motivo gli studenti bolognesi hanno smantellato i tornelli riunendosi in piazza e nella biblioteca, evento che ha comportato l’intervento delle forze dell’ordine.

Oltre a esprimere la loro solidarietà verso i colleghi di Bologna, gli studenti napoletani hanno discusso sull’accessibilità allo studio e ai luoghi di formazione, senza limitazioni né esclusioni di sorta; sulla scarsità dei finanziamenti agli atenei napoletani, i più bassi d’Italia; sulla scarsità di borse di studio e di sussidi; sulla non garanzia di servizi minimi agli studenti, come ad esempio la cattiva organizzazione dei mezzi pubblici cittadini che non consentono di raggiungere celermente i luoghi del sapere. L’argomento principale però è stata la progressiva privatizzazione dell’Università pubblica, e quindi della conoscenza.

Gli studenti che hanno preso parola all’assemblea ritengono che questo rientri nella volontà politica di negare gli spazi di aggregazione e di confronto; ridurre la produzione di sapere libero, comunitario e svincolato dall’ingerenza di privati che renderebbero il sapere accademico sempre più sterile, autoreferenziale e assoggettato a politiche economiche. Sulla scia del modello bolognese, il collettivo Spazio di Massa ha portato all’attenzione di tutti le modalità d’accesso alla Biblioteca Brau di Napoli, molto simili a quelle della Biblioteca di via Zamboni a Bologna: il tornello posto per la limitazione all’accesso, nello specifico, è utilizzato come metafora della limitazione al sapere stesso, anche se il tornello è certamente una misura di sicurezza, perché bisogna tutelare sia studenti sia il personale in un luogo aperto fino alle ore 24:00.

L’obiettivo degli studenti è in ogni caso quello di una fruizione del sapere aperta a tutti, obiettivo concretizzabile solo con un’attenta e scrupolosa collaborazione da parte delle forze politiche, il cui unico interesse sia quello di adoperare la giusta rivalutazione dei luoghi e dei metodi accademici.

By Ilaria D’Alessandro

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