Terrorismo. Tu hai paura, io vinco

PARIGI – Non sapremo mai la verità. Non sapremo mai perché due terroristi prima di massacrare 12 persone, attaccando la redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, abbiano deciso di mascherarsi di nero anche il viso, per non farsi riconoscere evidentemente, pur portando con loro una carta d’identità lasciata puntualmente alla Polizia francese in una macchina abbandonata usata per la fuga. Non sapremo mai perché il colpo fatale dell’AK47 che uccide il poliziotto sul marciapiede, non lascia traccia di sangue, non una fiammata, né fumo, né rinculo sull’arma, ma una nuvola di polvere da sparo o residui di marciapiede a quasi un metro di distanza. Non sapremo mai se dietro i passamontagna dei terroristi che hanno sparato c’erano i volti dei fratelli Kouachi né se siano morti lì o in Siria e successivamente utilizzati per fini propagandistici e politici. Non sapremo mai perché ai terroristi, incluso Coulibaly, sia stato concesso dalle Forze speciali francesi di parlare ai media durante il sequestro degli ostaggi, invece di tagliare le comunicazioni e l’elettricità come da intervento standard.

Ciò che sappiamo invece è che una nazione come la Francia è stata sotto scacco per giorni a causa di soli tre uomini, e ancora non sembra finita visto che la compagna di Coulibaly, Hayat Boumeddiene, è data per fuggitiva. Ciò che sappiamo è che è davvero facile sfuggire ai controlli in Francia, vestirsi di nero Isis e circolare con armi lunghe per strada liberamente, anche per gente sotto la lente di ingrandimento dell’antiterrorismo internazionale. Ciò che sappiamo inoltre è che sia Al Qaeda che l’Isis sono prodotti americani, nati e addestrati sul territorio mediorientale per abbattere i nemici non allineati al mondo americanocentrico, e che dietro lo scudo del terrorismo islamico, dietro lo schermo del terrore dei tagliateste dell’Isis e degli attentati di Al Qaeda si nascondono pretesti per fare la guerra e sottrarre a Paesi sovrani il petrolio, proprio come accaduto per le bugie della CIA sulle armi di distruzione di massa di Saddam in Iraq, consentendo così al Paese americano di raggiungere la vetta di primo estrattore mondiale di greggio, controllandone inevitabilmente l’andamento dei prezzi. Ciò che sappiamo è che il terrorismo è generato dalla macroeconomia mondiale, ma uccide in loco, perché il terrore si vende, la paura del cambiamento stimola a conservare uno status quo anche se fallimentare e controproducente per la popolazione.

Al riguardo invitiamo ad aprire almeno un occhio su ciò che è accaduto nei giorni antecedenti gli attentati di Parigi: appena il 21% dei francesi, intervistati dal sondaggio Odoxa di dicembre, considerava Hollande “Un buon presidente”, mentre ben il 78% era del parere opposto e l’1% si è astenuto dal commentare. La destra di Marine Le Pen invece volava in testa a tutti i sondaggi, addirittura data per vincente al primo turno in caso di voto immediato, supportata dai giovani di qualunque fascia di età tra i 16 e i 30 anni. Il timore in Francia era dunque più che reale per una destra al governo sponsorizzata da giovani generazioni fasciste. Una destra al governo che spaventa tantissimo anche Israele, ormai prossima alle elezioni del 17 marzo 2015, che proprio qualche giorno fa si è lasciata andare, attraverso le parole del premier Benyamin Netanyahu, costretto a invocare le elezioni anticipate e secondo il quotidiano Haaretz in forte calo in tutti i sondaggi, a uno sfogo dopo che il Lussemburgo ha riconosciuto la Palestina come Stato: “Oggi abbiamo visto esempi sconvolgenti dell’ipocrisia europea. A quanto pare troppe persone in Europa, nella stessa terra dove 6 milioni di ebrei sono stati massacrati, non hanno imparato alcunché”.

Presagio? Qualche giorno dopo le parole di Netanyahu, giusto il tempo di far trascorrere le festività natalizie alla popolazione, avvengono gli attentati in Francia, da sempre territorio fertile per i più grandi terroristi internazionali, come Carlos negli anni ‘70, ma pur sempre al soldo di Paesi esteri: oltre al massacro di Charlie Hebdo, il terrorista Coulibaly sequestra un numero imprecisato di ostaggi nel negozio di cibo kosher (E’ l’insieme di regole religiose della Torà che governano la nutrizione degli Ebrei osservanti. Significa “consentito” – ndr) a Parigi, avendo anche il tempo e la tranquillità di dichiarare ai media di averlo fatto “per difendere i musulmani oppressi in Palestina.”. E a causa di ciò, per la prima volta dai fatti della seconda guerra mondiale di Hitler, chiude di sabato anche la Sinagoga di Parigi, evento davvero straordinario.

Un caso? Non lo sapremo mai. Ma aprite almeno un occhio prima di avere paura, forse riuscirete a vedere in faccia il vero terrorismo.

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