Su-24. La Russia apre la scatola nera. Lunedì il primo rapporto

MOSCA – Oggi la Russia ha dato il via alle operazione di controllo della scatola nera montata sull’aereo da combattimento russo Su-24, abbattuto lo scorso 24 novembre dalle forze aeree turche. I risultati di questa analisi si spera forniscano nuove informazioni sull’accaduto. Sergey Dronov, comandante deputato delle forze aeree e spaziali della Russia, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Abbiamo prove a sufficienza per dimostrare che l’aereo russo non ha violato lo spazio aereo turco“, aggiungendo poi che l’aereo abbattuto stava volando nello spazio aereo siriano a 5.5 km di distanza dalla frontiera con la Turchia.

Stando a quanto dichiarato dal ministro della Difesa russo prima di aprire la scatola nera, i militari hanno invitato 14 esperti di differenti nazionalità a lavorare insieme sulle registrazioni del bombardiere russo Su-24, ma solamente 2 Paesi hanno accettato la proposta: Regno Unito e Cina.

La Turchia ha abbattuto l’aereo da guerra Russo il 24 Novembre, mentre lo stesso conduceva una missione antiterroristica in una regione vicina al confine turco. Ankara ha giustificato questa azione dichiarando che la risposta armata è arrivata a seguito di una violazione degli spazi aerei di 17 secondi, ragion per cui pienamente valida e giustificata. Di contro Mosca ha negato qualsiasi violazione e i dati raccolti dalla scatola nera possono aiutare a confermare quest’affermazione. Il dispositivo è stato recuperato rapidamente dalle truppe russe e siriane dopo l’incidente, quindi trasportato in Russia per le analisi. Mosca ha subito dichiarato che le analisi sarebbero state condotte con la massima trasparenza possibile, in modo tale da non gettare ombre su questo incidente. Mantenendo la parola data, la televisione di Stato ha trasmesso l’apertura della scatola nera e un rapporto preliminare è previsto già per la giornata di lunedi. A seguito di questo incidente sono tornate rapidamente a galla le ostilità tra le due potenze, mettendo in luce come la politica estera della Turchia sia fortemente influenzata dagli Stati Uniti d’America e legata agli interessi sul suolo siriano, che da anni ne paga le conseguenze.

Daniele Amelino

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