Storia di Dmitri Lopatine, i rischi della ricerca tecnologica

KRASNODAR – Dmitri Lopatine, scienziato russo di 26 anni, inventore della ricarica wireless per cellulari, è stato condannato definitivamente a tre anni di carcere, con sospensione della pena, per aver utilizzato materiali vietati in Russia nella costruzione di un nuovo tipo di celle solari.

Circa tre anni fa il ricercatore russo Dmitri Lopatine ha inaugurato lo sviluppo di un nuovo tipo di celle solari flessibili. I vantaggi principali derivanti da questa invenzione riguardano la possibilità di poter convertire in elettricità la luce del sole, anche quando il cielo è nuvoloso o coperto di nebbia. I profitti derivanti dall’applicazione di questa rivoluzionaria tecnologia, stando allo stesso Lopatine, risultano incalcolabili, infatti economicamente il prezzo di gestione e di utilizzo di tale tecnologia è cinque volte inferiore rispetto ai normali metodi di cattura dell’energia solare, mentre le possibilità di utilizzo sono pressochè illimitate.

”Sto creando celle solari che possono essere stampate utilizzando delle apparecchiature simili a una stampante. Si tratta, in sintesi, di una foglia di metallo ricoperta da una sostanza che immagazzina energia solare, trasformandola in elettricità”. Queste le intenzioni di Dmitri Lopatine, che tuttavia è andato incontro a una serie di problemi con le Autorità russe: nel corso dei suoi esperimenti ha dovuto utilizzare un particolare solvente, il gamma-Butyrolactone, sostanza proibita in Russia e altamente cancerogena. Lo scienziato russo ha ordinato il prodotto in Cina, ricevendolo per posta. Al momento del ritiro della sostanza ha dovuto risponderne agli ufficiali di polizia, ma è stato arrestato. Il 17 giugno la Corte di giustizia del distretto di Prikoubanski, della città di Krasnodar, nel sud della Russia, ha condannato lo scienziato a tre anni di carcere con sospensione della pena, ritenendolo colpevole di tentato acquisto di una considerevole quantità di solvente illegale. Ma non è finita qui: la Procura della regione di Krasnodar ha ritenuto infatti non sufficiente il precedente verdetto, accusando Dmitri Lopatine di tentato spaccio di stupefacenti.

Dmitri Lopatinea non si è lasciato scoraggiare dalla decisione della Procura russa e sta lottando per dimostrare la propria innocenza: ”Certamente si farà tutto il possibile per dimostrare che questo caso non ha nulla a che vedere con il traffico di droga. Se il procuratore avrà la meglio, noi ci rifaremo in Appello. A dire il vero sono più interessato allo sviluppo del progetto che al processo. Non voglio farmi distrarre dal mio lavoro”.

Chris Barlati

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