Stati Uniti alla Russia: “Cambiate strategia su Assad!”

WASHINGTON – L’appello per espandere la coalizione guidata dagli USA alla lotta contro lo Stato Islamico, promosso dal presidente francese Francois Hollande dopo gli attacchi mortali a Parigi una settimana fa, pare non abbia dato i risultati sperati: affermando che “la Francia è in guerra”, Hollande ha chiesto infatti la creazione di una “grande coalizione” affinché si possa difendere l’Occidente da una minaccia sempre più reale e imminente, ma gli Stati Uniti hanno bocciato il progetto. Gli americani infatti, sul fronte di guerra oltre che con l’ISIS anche con il Presidente della Russia Putin, di cui bocciano la linea politica estera, sembrano intenzionati tassativamente a escludere il governo russo dal tavolo delle trattative. Le dichiarazioni rilasciate durante la conferenza stampa di venerdì dal Portavoce del Dipartimento di Stato americano, John Kirby, sembrano essere infatti piuttosto esaustive: la Russia deve cambiare strategia se vuole unirsi alla battaglia contro L’ISIS, non sarà la benvenuta se continuerà su questa linea favorevole al presidente Assad”.

La miccia accesa dalle dichiarazioni di Kirby ha fatto esplodere inimicizie e vecchie controversie che sembravano essersi appianante in seguito alla strage di Parigi, e la complicata questione sulla “sicurezza nazionale” pare faccia solo da sfondo a un botta e risposta diplomatico appena iniziato: “Ogni membro della coalizione deve avere la stessa prerogativa: abbattere l’ISIS. E fino a ora non abbiamo visto lo stesso impegno da parte della Russia”, ha aggiunto Kirby, riferendosi ovviamente al sostegno del governo di Putin al presidente siriano Bashar Assad. “L’atteggiamento del governo Russo è in netto contrasto con gli obiettivi della coalizione, e fino a quando non ci sarà un cambiamento di rotta non potrà esserci alcun compromesso in merito alla questione”, ha concluso Kirby.

La risposta del governo Russo non si è fatta attendere e stamane il Ministro degli Estri, replicando alle dichiarazioni del Portavoce statunitense, ha rilasciato un’intervista al quotidiano Kommersant: “la Russia ha distrutto circa 500 petroliere sotto il controllo dell’ISIS negli ultimi giorni, interrompendo il flusso di petrodollari illegali guidato dal gruppo terroristico che, secondo il presidente russo Vladimir Putin, sta esportando petrolio a circa 40 Stati. Sul fronte marittimo la flotta militare russa del Mar Caspio ha lanciato 18 missili da crociera distruggendo sette basi terroristiche nelle province di Raqqa, Idlib, Aleppo. Inoltre più di 600 terroristi risulterebbero vittime di alcuni recenti attacchi aerei guidati dalle forze armate russe alle porte delle più popolose periferie siriane”. Insomma, un vicenda diplomatica che riesuma vecchi affari e nuovi interessi: da un lato la volontà di abbattere un regime avverso allo sviluppo dell’economia petrolifera americana, dall’altra quella di tutelare gli interessi economico-militari russi sul territorio mediorientale. Al momento più che un conflitto sembra una guerra economica mascherata da falsi compromessi di pace.

By Federica Mandara

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