Solidarietà. Libri dimenticati rivivono con Emmaus

PRATO –  Un libro dimenticato tra la polvere delle nostre librerie può avere un ruolo sociale attraverso la sua riscoperta? L’Associazione Emmaus onlus di Prato, in Toscana, dà questa risposta fecendo rivivere i libri attraverso il sostegno di progetti educativi. Emmaus è infatti uno dei 300 gruppi nel mondo fondati dall’Abbé Pierre (Henri Antoine Grouès – ndr), che hanno la missione di accogliere le persone in difficoltà inserendole nell’attività di volontariato e solidarietà, senza distinzioni di razza, sesso, credo politico o religioso.

Sabato 11 febbraio alle ore 17:00, in Via Santa Trinità 124, è stato inaugurato un nuovo spazio della libreria Emmaus – I libri dimenticati, gestito da cinque anni da un gruppo di volontari dell’associazione Emmaus onlus, che dal ricavato della vendita di libri usati, raccolti da donazioni, finanziano progetti socio educativi per studenti in difficoltà, famiglie bisognose e per il reinserimento lavorativo di persone in disagio sociale.

L’associazione raccoglie anche materiale usato come riviste, dischi, stampe, quadri, cd, dvd e altro materiale cartaceo. Inoltre organizza eventi aperti al pubblico come incontri di lettura o presentazione di libri. Per l’occasione abbiamo raccolto la testimonianza di Marie Balseca, una delle volontarie dell’Associazione Emmaus di Prato.

Come opera l’associazione Emmaus?

«Associazione Emmaus Prato è un’associazione di volontariato che lavora con gli scarti della nostra società di consumo, gli scarti sono anche cose buone, i libri, i vestiti, a volte anche nuovi, poi scarpe, mobili e oggettistica: si riciclano e con il ricavato della vendita si sostengono progetti di solidarietà quali inserimenti lavorativi e socio terapeutici. Come libreria invece, durante il periodo del rientro scolastico, già dagli inizi di settembre i genitori si rivolgono a noi per un aiuto per comprare i libri scolastici, perché costano tanto. Inoltre facciamo delle donazioni ad alcune scuole per i laboratori per i disabili, laboratori di teatro, e abbiamo inviato anche sostegno in Africa per un‘associazione del Benin, per le donne che organizzano il microcredito, insomma varie attività. Ma il nostro impegno è soprattutto in ambito sociale e socio educativo.»

Quindi unite la cultura con il sociale?

«Si, per la cultura a esempio organizziamo incontri di presentazione di libri con autori con varie tematiche, che vanno dalla storia alla letteratura, alla botanica, e tanti altri argomenti. Abbiamo un circolo di lettura in libreria e l’aspetto culturale attraverso la vendita di libri o il prestito di libri  alle biblioteche delle scuole scuole, come quelli per bambini, che provoca una specie di circolo virtuoso che ci permette di ricavare soldi per finanziare progetti per i più bisognosi.»

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