Solidarietà. Ad Aversa per la “Week Start”, l’iniziativa dei volontari della Caritas

AVERSA – Giovedì 12 gennaio, presso la struttura S. Maria Teresa di Calcutta della Caritas diocesana di Aversa, Comune dell’area metropolitana di Caserta, è partita una proposta di formazione e condivisione sociale da parte di giovani volontari: la “Week Start”, per vivere un esperienza di tre giorni, dal venerdì pomeriggio fino alla domenica dopo pranzo, durante i quali i volontari saranno impegnati in un processo di riflessione, di condivisione e supporto alle persone disagiate, con il sostegno di Don Carmine Schiavone.

La struttura già offre e accoglie i senza fissa dimora nella casa di accoglienza “Gratis Accepistis”, voluta fortemente da Mons. Angelo Spinillo.

Per l’occasione era presente anche il Vicesindaco di Aversa, la Dott.ssa Federica Turco, che la sera si reca alla Caritas come volontaria, al riguardo ha affermato: «In un momento in cui le Istituzioni sembrano essere lontane, questa Amministrazione comunale sta dando un messaggio forte, poiché siamo quotidianamente al fianco della gente, e in contatto con Don Carmine che è la prima valvola di sfogo di questo territorio, con il quale ci confrontiamo sui problemi e su come affrontarli. L’abbiamo visto con le iniziative di solidarietà del nostro movimento intitolato “Noi aversani per la solidarietà”, attraverso cui ci siamo occupati di raccogliere una somma di denaro che abbiamo consegnato al Vescovo, per metterla a disposizione della mensa per la Caritas per il pranzo di Natale. In prossimità della Pasqua e di altri eventi, sosteniamo in piazza questa raccolta di solidarietà per dare un aiuto a chi non ha la possibilità di vivere diversamente queste feste. Per questo 2017 l’idea vincente sarà quella di costruire un asilo nido comunale».

A Don Carmine Schiavone abbiamo invece rivolto le nostre domande.

Ci parla del progetto “Week Start”?

«Il progetto “Week Start” nasce da un esperienza di vita concreta, dall’esigenza di poter condividere con tutto il mondo giovanile la realtà che ci gira intorno».

Quando è maturata la decisione di accogliere nella casa “Gratis Accepistis” i senza fissa dimora?

«E’ maturata con l’emergenza del freddo, che ha convinto ancora di più la gente ad aiutare chi vive un momento di fragilità e di difficoltà. C’è tanta gente che viene ad accompagnare le persone rintracciate per strada e questo è il grado di sensibilità che c’è nel nostro territorio».

Di quale supporto avrebbe bisogno la Caritas?

«La Caritas avrà sempre bisogno di mani operose, di gente che si mette a disposizione, perché i servizi sono veramente molti. L’emergenza sanitaria per esempio: qui abbiamo un laboratorio aperto a tutti, per prevenire anche certi mali, certe infezioni, e ci occupiamo di educare all’igiene. L’emergenza per le nostre famiglie italiane, che non riescono ad arrivare a fine mese, tutto questo la Caritas se ne fa carico quotidianamente».

Vi occupate anche della tratta delle schiave di strada, contro lo sfruttamento e la prostituzione?

«Si, ogni sabato sera c’è questa sorta di viaggio per queste strade al buio: io li ritengo marciapiedi a luci spente, senza illuminazione. Per essere presenti in quei posti, che non tutti frequentano in maniera serena, per sedersi su quelle sedie occasionali, intorno al fuoco. Perché la nostra presenza è una possibilità, è un cammino di amicizia per loro».

I buoni propositi?

«I buoni propositi sono quelli di rimanere ancora sulla strada, con la speranza di rimanere da soli, in termini non di aiuto, ma di persone da aiutare».

By Chiara Arciprete

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