Solidarietà. A Napoli S.O.F.I.A. tende una mano a chi ha bisogno

NAPOLI – L’associazione S.O.F.I.A. Onlus, Sostegno Operativo Famiglie Italiane Assistite, con sede locale in Massa di Somma (NA) nasce nel settembre 2010 con l’esigenza di promuovere l’umanità, la cultura dell’altruismo, affrontando temi rilevanti e servizi per migliorare la qualità e le condizioni della vita delle persone in stato di indigenza, svantaggiate o disagiate. L’associazione senza fini di lucro persegue finalità di solidarietà sociale e opera in attività di assistenza e di sostegno. Finalizza progetti e laboratori socio-educativi per educare minori e adolescenti che assumono condotte devianti sempre più frequenti, inoltre propone assistenza sanitaria integrata per l’autonomia e la cura delle persone con disabilità, o anziane che vivono condizioni di disagio fisico, economico, sociale e familiare.

In un’ottica di prevenzione offre anche uno sportello d’ascolto, costituito come spazio per accogliere donne maltrattate o vittime di violenza, ragazze madri in difficoltà emotivo-relazionale e infine assistenza psico-socio-padagogica per i tossicodipendenti e gli alcolisti affetti da dipendenze. Promuove anche campagne di fundraising a sostegno della ricerca scientifica, e tramite corsi di formazione e orientamento didattico permette di raggiungere scopi personali e sociali. Al riguardo,

Riguardo le finalità solidali abbiamo rivolto le nostre domande a Sofia Bianco, presidente dell’associazione.

Come nasce l’associazione S.O.F.I.A.?

«La S.O.F.I.A. quest’anno compie sette anni e ha trent’anni alle spalle di volontariato, perché all’età di quindici anni sono stata vittima dell’incoscienza del coma. Da quel momento è iniziato il mio percorso di volontariato con mio padre, dove ho dedicato a lui questa associazione il giorno in cui si è spento, il logo ha la forma di una goccia poiché ogni singola iniziativa è solo una goccia, ma goccia a goccia si riempie il mare. Ogni sorriso, ogni lacrima che asciugo, ogni bambino che aiuto è un fiore donato a lui».

Com’è stato sviluppato il vostro progetto?

«Io non chiedo un supporto economico, ma sensibilizzando le corde del cuore chiedo alle persone, anche solo donando un fiore, di venire personalmente, perché devono accogliere il sorriso di un bambino, la solitudine di quell’anziano, la problematica di una donna violentata o la gratitudine di un papà che ha donato tutto il supporto alla famiglia e non riesce ad avere il piacere di abbracciare il figlio. La S.O.F.I.A. nel suo statuto ha cercato di non dimenticare nessuna fascia che possa aver bisogno di aiuto».

Come contribuite alla prevenzione delle Ludopatie?

«Col protocollo d’intesa fatto con l’Esercito Italiano che delinea una sorgente educativa, abbiamo deciso di giocare d’anticipo facendo prevenzione, in qualsiasi posto dove c’è un’affluente fascia giovanile, per dire che “Una moneta non ha mai arricchito la vita”. Quindici anni fa mi sono interfacciata con la ludopatia che ha mandato in rovina un alto dirigente delle Ferrovie di Stato, ho racchiuso il dolore di quest’uomo scrivendo una poesia intitolata “La tua vita non è un gioco”».

Quali crede siano le sfide future?

«Di sfide ce ne sono tante, i giovani devono avere fiducia in loro stessi, avere l’autostima, solo prendendoci per mano possiamo far sì che ci sia un mondo migliore».

By Chiara Arciprete

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