Salute. Per la Vitamina D bastano 10 minuti di sole

AVERSA – L’incidenza dell’ipovitaminosi D, cioè insufficienza o deficit, nella popolazione italiana è elevata.  Secondo gli atti dell’Accademia delle Scienze di Ferrara, circa il 60-70% della popolazione ne soffre. Diverse sono le cause: insufficiente esposizione solare nella stagione estiva; aumento della popolazione in età avanzata; aumento dei soggetti obesi, il grasso in eccesso infatti ‘sequestra’ la vitamina D dalla circolazione periferica, trattenendola.

Il livello ematico minimo della Vitamina D, in grado di consentire l’assorbimento intestinale fisiologico del calcio introdotto con gli alimenti, è di 30 ng/ml. Questo livello minimo consente la protezione osteoporotica. Si parla di insufficienza quando i livelli di vitamina sono compresi tra 30 e 20 ng/ml e di deficit con livelli inferiori a 20 ng/ml. Ma cosa è la vitamina D e a cosa serve esattamente? Lo abbiamo chiesto alla Dott.ssa Claudia D’Aniello, Biologa Nutrizionista, abilitata alla professione secondo i criteri dell’ONB, l’Ordine Nazionale dei Biologi.

«La Vitamina D è un micronutriente appartenente al gruppo delle vitamine liposolubili. E’ spesso considerata un ormone, in quanto esercita una duplice funzione sia endocrina che paracrina. A livello renale, non venendo degradata, è rilasciata nella circolazione generale dove raggiunge i suoi organi bersaglio funzionali periferici, come l’intestino, il muscolo e l’osso. A livello intestinale favorisce l’ingresso del calcio attraverso la membrana cellulare e la sua distribuzione nell’organismo, incluso lo scheletro. La principale funzione della Vitamina D è quella di regolare il metabolismo del Calcio e del P, il fosforo, e la loro concentrazione ematica, così da preservare le condizione necessarie per la mineralizzazione ossea. Inoltre sostiene la sintesi da parte degli osteoblasti dell’osteocalcina, proteina coinvolta nel processo di mineralizzazione ossea e partecipa all’attivazione di alcuni meccanismi di trasporto del Ca a livello del reticolo sarcoplasmatico, essenziali per la contrazione muscolare.»

Che caratteristiche ha il paziente con carenze di vitamina D?

«La carenza di Vitamina D può essere dovuta a vari fattori: sesso, età e fototipo dell’individuo, attività fisica, obesità, tempo di esposizione solare, latitudine, stagione, inquinamento, patologie da malassorbimento e assunzione di particolari tipi di farmaci. L’effetto più evidente della carenza di Vitamina D è quello di un’alterata concentrazione sierica di Ca e P con conseguenze gravi sulla mineralizzazione ossea.»

In quali alimenti è maggiormente presente?

«Gli alimenti più ricchi di vitamina D sono i pesci marini, specie il salmone, le sardine, l’aringa e l’olio di fegato di merluzzo; il fegato; il tuorlo delle uova e i funghi; latte; burro; olio; succo d’arancia e altri alimenti che vengono talvolta addizionati con vitamina D.»

Cosa determina una carenza di vitamina D?

«L’ipovitaminosi D determina il così detto rachidismo nei bambini e osteoporosi negli adulti, con deformazioni ossee e dolori ossei. Per quanto riguarda il sistema muscolare sono stati riscontrati sarcopenia e riduzione della forza muscolare con disturbi dell’equilibrio e di conseguenza elevata probabilità di caduta e fratture ossee, come quella del femore, più evidente negli anziani. Inoltre la carenza di vitamina D rappresenta una condizione molto pericolosa nei pazienti ipertesi, diabetici o con sindrome metabolica, in quanto aumenta significativamente il rischio di morte.»

Come si curano eventuali carenze?

«La prescrizione di farmaci o supplementi in determinate fasi dell’anno, come nella stagione invernale o durante tutto l’anno nel caso di anziani, è di fondamentale importanza per prevenire le conseguenze da ipovitaminosi D. Secondo linee guida derivate da studi ben condotti, per la prevenzione dell’osteoporosi e delle fratture ossee si raccomanda l’assunzione di 800-1000 UI die di Vitamina D, e di calcio sia attraverso gli alimenti che supplementazioni. Negli adulti di età superiore ai 65, più esposti a tali rischi, la dose del calcio è di 1500 mg die.»

Per concludere, di quanto sole abbiamo bisogno?

«Molti pensano che la sintesi della vitamina D richieda una lunga esposizione solare, in realtà bastano anche 10 minuti al giorno associati a una corretta alimentazione per prevenire l’ipovitaminosi D.»

Clemente Cipresso

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