Sabotaggio stazione Santa Viola, NoTAV o false flag?

BOLOGNA – In riferimento agli atti di sabotaggio alla stazione di Santa Viola, Bologna, dello scorso 23 dicembre, è apparso in rete un documento firmato dagli anarchici e anarchiche bolognesi, ma non ancora confermato come tale visto che potrebbe trattarsi di una “false flag” (Operatività sotto falsa bandiera, una tattica segreta condotta nell’ambito di attività di spionaggio, condotta e progettata per farla apparire come perseguita da altri enti e organizzazioni – ndr). Il documento, già acquisito dalla Digos, recita le seguenti parole: “Crediamo che ciò che è accaduto parli in modo chiaro e trovi una sua precisa collocazione nel tempo, nello spazio e nelle pratiche di un movimento che lotta contro il TAV (Treno Alta Velocità – ndr) e che ha sostenuto per oltre un anno i compagni accusati di terrorismo per un atto di sabotaggio contro il cantiere. (…) Ai tempi delle prime azioni di sabotaggio in Val Susa alla fine degli anni ’90, diverse voci erano distanti dal sentire questa pratica come ‘compagna di lotta’. Nel tempo, forse e soprattutto in seguito all’attacco al cantiere del 13 maggio 2013 e ai conseguenti arresti, molti hanno iniziato a considerarla come tale (…) Perché volersi girare dall’altra parte e chiamare le cose con un altro nome ora? Terrorismo? Servizi segreti? Vandalismo? Neofascisti? Furti di rame? Il sabotaggio è servito ad inceppare dei meccanismi, fossero essi di sfruttamento, di produzione, di reclusione, nocività. (…) E’ una pratica che mira a danneggiare ciò che fa parte del sistema di funzionamento di una macchina economica e politica che in questo caso è rinchiusa nelle vesti di un treno che si vuol far passare per quella montagna. A ciascuno le proprie analisi, senza ammettere delazioni e infamie. E chiamiamo le cose con il proprio nome.”.

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