Rapporto ecomafie: Campania scavalcata da Puglia e Sicilia

ROMA – In data 30 giugno è stata presentata a Roma l’edizione 2015 del Rapporto Ecomafie di Legambiente, realizzato con il contributo del COBAT, il Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo, e delle forze dell’ordine; edito dalla casa editrice campana Marotta e Cafiero.

In controtendenza rispetto agli anni passati, dal Rapporto risulta che la Campania sia stata scavalcata da regioni come Puglia e Sicilia per quanto riguarda i reati ambientali, tuttavia restano ancora aperte le ferite inflitte dalle ecomafie e dalla criminalità organizzata sul territorio, e organizzazioni criminali tutt’altro che sconfitte. La Campania inoltre si conferma la regione più deturpata dal mattone selvaggio con 835 infrazioni accertate, il 14% del totale nazionale; 3.725 reati ambientali; 3.636 persone denunciate e arrestate; 1.202 sequestri. Per quanto riguarda le città, le province di Avellino, Napoli e Salerno risultano quelle maggiormente colpite dalle infrazioni. Napoli in particolare è seconda a livello nazionale, seguita dalle province di Salerno e Caserta.

La riduzione dei reati probabilmente è conseguenza di una maggiore attenzione mediatica sulle emergenze ambientali e sanitarie, soprattutto riguardo il territorio denominato “Terra dei Fuochi”, un’attenzione che ha costretto il Governo all’emanazione di un Decreto omonimo. Analizzando le varie tipologie di reato, Ecomafie 2015 evidenzia un calo di quelli legati all’illegalità ambientale, ma con cifre in ogni caso inquietanti sul rapporto tra affari e crimini ambientali, c’è infatti ancora una ‘zona grigia’ dove la criminalità organizzata è collusa con le Amministrazioni locali e dove vige corruzione su appalti pilotati: sono 86 i clan a gestire gli affari. L’intreccio tra camorra e politica risulta ancora molto forte. Nello scenario delle ecomafie c’è alla base un’economia ecocriminale che va dallo smaltimento dei rifiuti alla pianificazione urbanistica, dalla filiera agroalimentare alla tutela del patrimonio boschivo.

Al riguardo, Michele Bonomo, presidente di Legambiente Campania, afferma: ”Una speranza c’è, l’edizione del 2015 si apre con una buona notizia, una data da ricordare, l’anno della legge che introduce finalmente nel codice penale uno specifico Titolo dedicato ai delitti contro l’ambiente, che punisce chi vuole fare profitti a danno della salute della collettività”. Il riferimento è al 29 maggio 2015, giorno in cui è stata promulgata la Legge che introduce uno specifico Titolo dedicato ai reati ambientali, dall’inquinamento al disastro ambientale, e ha modificato il Decreto legislativo 231 in materia di reati societari: con la nuova Legge infatti, chi inquina e commette reati a danno della collettività, la pagherà penalmente.

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