Quartieri Spagnoli: è arrivata finalmente la differenziata

NAPOLI – Quartieri Spagnoli, storico quartiere di Napoli, dopo tanti indugi, nei primi giorni di luglio è finalmente arrivata la raccolta differenziata. Il progetto, la cui realizzazione era attesa da settembre 2014, data prevista per il posizionamento definitivo dei cassonetti per l’umido, la carta, e l’indifferenziata, ha visto prendere pian piano forma solo in piena estate 2015.

Il piano finale prevede che siano poste apposite campane lungo le strade, in sostituzione dei vecchi bidoni grigi dell’immondizia, ma non si è ancora giunti a tale risultato. Infatti per ora sono presenti cassonetti per la raccolta differenziata solo all’interno dei condomini, ritirati a giorni alterni da camion specializzati. Anche per i cittadini più avvezzi all’ecosostenibilità era molto difficile poter contribuire alla raccolta differenziata, perché appunto i contenitori non erano stati posizionati in tutto il quartiere. In tanti casi invece la gente, ancora un po’ confusa sui criteri di separazione della spazzatura, ha indirettamente e involontariamente rovinato partite di differenziata, rendendo inutile l’iniziativa.

Napoli ha subito danni incalcolabili negli ultimi anni a causa della questione rifiuti e per l’assenza di un vero e proprio progetto, finalizzato al riciclo totale, allo “Zero rifiuti”. Purtroppo questo problema ha provocato seri problemi anche alla salute della cittadinanza, su tutto, l’aumento di tumori a causa delle discariche a cielo aperto: secondo alcuni studi dell’ospedale Pascale di Napoli infatti, risulterebbe un aumento del 100% di tumori rispetto al 1998, in larga parte registrati sulle donne. Ma anche inquinamento delle falde acquifere; danni all’ambiente e alla filiera agroalimentare campana, dunque al commercio.

Il manifesto per invitare le persone alla cura della propria città e dell’ambiente, ha per questo motivo riscosso notevole successo tra gli abitanti dei Quartieri Spagnoli, che si sono subito mostrati orgogliosi e determinati nel voler contribuire alla tutela dell’ecosistema campano e non vedono l’ora di rendersi utili alla causa.

Stefano Colasurdo

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